L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla del giro di scommesse dell’Acquasanta. Nella maxi inchiesta sul clan Fontana – riporta il quotidiano – una parte fondamentale riguarda proprio la gestione occulta di centri scommesse che utilizzavano un espediente per frodare lo Stato, non pagare le tasse e aumentare così i profitti. Gli uomini chiave in questo settore, secondo la ricostruzione dei pm della direzione distrettuale antimafia e dai finanzieri del «valutario», sono Domenico, Mimmo,Passarello, e Giulio Biondo, che rispondevano solo a Giovanni Fontana, fratello di Gaetano, il capo-clan. «Sono state spesso riscontrate gravi irregolarità poste in essere da agenzie di scommesse che, in violazione di legge – scrive il gip Piergiorgio Morosini-, hanno adottato parallelamente al sito del concessionario, con dominio italiano, un sito di altro concessionario non autorizzato ad operare in Italia, condominio “.com”, al fine di ottenere illeciti utili sottratti a tassazione». Siti «fantasma» che spesso hanno sede nei paradisi fiscali dei Caraibi: «In sostanza le agenzie che utilizzano abusivamente siti internet esteri – prosegue il giudice -, raccolgono scommesse per conto di aziende estere autorizzate, con regolari licenze, solo nel loro paese d’origine , ma non autorizzate in Italia e quindi prive di controllo fiscale da parte del Monopolio, andando a configurare pertanto l’esercizio abuso della raccolta di scommesse».