L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su Bellolampo.
La Rap di nuovo sull’ottovolante. Bellolampo si è nuovamente saturata e i rifiuti prendono la strada di Catania con un conto pesante che inevitabilmente si scaricherà sulle bollette dei cittadini. Nel frattempo, ieri sera davanti al prefetto, si sono incontrati rappresentanti sindacali, l’azienda per affrontare nodi delicati che nelle scorse settimane hanno portato sull’orlo di una clamorosa protesta i rappresentanti dei lavoratori.
Ma andiamo con ordine. Com’è noto, si attende la realizzazione della settima vasca per rendere nuovamente operativa la discarica e il governatore Musumeci sei mesi fa aveva detto che i lavori erano stati consegnati. La sesta si è esaurita, anche la terza bis in cui era stato individuato un altro po’ di spazio attende da molto tempo le autorizzazioni che non sono mai arrivate . Ergo: Rap è costretta a portare i rifiuti altrove. Non c’è più un solo fazzoletto di superficie disponibile dove «abbancare» gli scarti cittadini. Precisamente andranno a Catania, nell’impianto della Sicula Trasporti. La previsione è di spedirvi 4 mila tonnellate a mese d’immondizia per il salatissimo costo di 960 mila euro. Il consigliere del Movimento 5 Stelle, Antonio Randazzo, fa conti facili e parla di almeno 6 milioni di extracosti da affrontare da qui all’estate. «Ancora una volta – dice – l’ammanco di programmazione politica da parte del governo Musumeci penalizza nettamente i cittadini palermitani».