L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla gara di oggi tra Palermo e Avellino con i rosanero a caccia del secondo posto.
Una partita speciale contro tanti «cari nemici». Una partita speciale per molti motivi. Il primo è che può essere considerata una piccola rivincita per lo smacco dello scorso campionato, quando l’Avellino eliminò il Palermo dalla corsa alla Serie B, nei play-off. Un doppio confronto con lo stesso risultato (1-0) deciso dal miglior piazzamento degli irpini nella regular season. Il secondo motivo è che battendo oggi la squadra campana e vincendo la quarta partita di fila in casa, i rosa si insedierebbero al secondo posto, seppur insieme col Monopoli che ieri ha superato il Monterosi.
Resterebbero a cinque punti di ritardo sul Bari che ieri ha battuto il Catanzaro e terrebbero a distanza proprio l’Avellino, che per la forza del suo organico è da considerare tra le favorite alla promozione, nonostante un inizio a rilento. La squadra di Braglia è in ritardo ma ha appena tre punti in meno del Palermo. Ha un assetto tattico ben definito (3-5-2), ha perso una sola volta, ha subito appena sette gol, schiera giocatori molto forti per la categoria, alcuni dei quali ben noti al pubblico rosanero.
I palermitani Di Gaudio, Silvestri, Plescia e Rizzo; l’ex Kanoute e probabilmente l’esperto bomber Maniero, che è in forse. Non ci sarà Sonny D’Angelo, la mezzala palermitana che lo scorso anno segnando ad Avellino decise in pratica il playoff. Ma questa di oggi contro l’Avellino può considerarsi una partita «speciale», perché dopo il ventoso successo di Vibo Valentia potrebbe nascere un nuovo Palermo. Non più figlio dell’emergenza in difesa nonostante le assenze di Accardi, Marconi e Perrotta ma dell’esigenza di praticare un calcio più logico, più congeniale alle caratteristiche dei singoli e possibilmente più spettacolare.