L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo e la difesa totalmente da ricostruire.
Se l’anno prossimo si vorrà ambire a qualcosa di più di un nono posto, soprattutto considerando che lo status non sarà più quello di neopromossa, il Palermo deve ricostruire partendo da quegli aspetti che nel campionato corrente non hanno funzionato. Uno di questi, forse il più evidente, è quello della difesa, che ha chiuso con 49 reti incassate ma soprattutto con una corposa lista di errori e amnesie che alla lunga si sono rivelati decisivi per l’esclusione dai play-off: il cambio di schema, dal 4-2-3-1 al 4-3-3 fino al 3-5-2, è servito solo in parte a tenere inviolata la porta di Pigliacelli.
I rosa hanno chiuso la stagione con 1,29 gol subiti a partita, ma a colpire è soprattutto come la situazione sia rimasta invariata al netto delle modifiche tattiche: dalla media di 1,33 con il primo modulo si è passati a 1,36 con il secondo, scendendo leggermente a 1,25 con il terzo. Pesa soprattutto l’assenza di continuiità: il Palermo ha chiuso il campionato con dieci reti inviolate, ma anche con otto gare con tre reti subite (24 to- tali), il che significa che le altre 25 sono arrivate nelle restanti trenta partite.
Il match con il Brescia è esemplificativo delle montagne russe che hanno caratterizzato la stagione: con due gol incassati in tre minuti i rosa hanno gettato alle ortiche la qualificazione ai play-off, dopo aver vissuto un copione simile il 15 aprile a Venezia (lagunari da 1-1 a 3-1 in 120 secondi) e il 14 gennaio a Perugia (avanti 2-0 già dopo 7°). Non sono solo gli errori individuali ad aver compromesso la tenuta difensiva di Corini: è mancata soprattutto una forte leadership e le innumerevoli parate di Pigliacelli, con tanto di ripetuti richiami ai compagni, non sempre sono bastate.