L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’emergenza dei Rotoli.
Era andato sulla tomba della moglie all’apertura, alle 8 di mattina. In mano, durante la salita sulla scala che porta ai campi di inumazione, un bel mazzo di fiori. Contava di raccogliersi su quella lapide per qualche minuto, per dire una preghiera, per parlare a quel viso sorridente incorniciato sulla foto, per abbellire quell’ultimo, sacro giaciglio del suo amore. Ma a turbare quel momento di nostalgia c’era un grosso cinghiale nero sceso dalla montagna in cerca di cibo.
Tombe ancora calpestate dagli zoccoli ed arredi devastati che i familiari dei defunti sono costretti a ricomprare per non perdere tempo in cause contro il Comune che costerebbero molto di più. «Noi possiamo solo sistemare la terra e ricomporre un minimo la sepoltura – dice Nicola Presti, della Reset – Ma per i vasi o le targhe rotte non possiamo fare nulla. I suidi continuano a scendere e hanno sempre meno paura visto che lo fanno anche in pieno giorno, mentre prima aspettavano almeno la chiusura dei cancelli».