L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sul caso acqua a Palermo. L’acqua oggi più che mai presidio naturale alla portata di tutti contro il virus, diventa improvvisamente vietata in quasi tutta la città. Quella che esce dai nostri rubinetti è, di fatto, dal 25 febbraio «non idonea al consumo umano». Dentro due serbatoi, a galleggiare, sono state trovate tracce di solfati e alluminio, ma il divieto di usarla è arrivato solo ieri pomeriggio con una ordinanza lampo del sindaco. Che però parla di allarmismo ingiustificato ed entra a gamba tesa sullo stop, confondendo ancora di più… le acque. Giornata convulsa, tra divieti ufficiali e ridimensionamenti tardivi e un ribaltone prima della mezzanotte: l’acqua torna ai livelli di conformità, quindi l’ordinanza sarà già revocata oggi con effetto immediato. Risultato: oltre ai disagi, la nuova psicosi, con panico e ressa nei supermercati. Questa volta niente cibo per mesi nei carrelli, ma confezioni di bottiglie di acqua. Partiamo dall’inizio e cioè dal documento ufficiale dell’Amap . «A seguito alle analisi effettuate dall’Asp 6 – si legge – si informa che è inibito, fino a diversa comunicazione, l’uso delle acque distribuite dai serbatoi Petrazzi Alto e Basso per il consumo umano». Perché tanto tempo per fare scattare l’allarme? L’ingeribilità dell’acqua erogata nelle abitazioni che occupano un vastissimo perimetro, da Mondello alla Noce, è arrivata come un fulmine a ciel sereno su una città già in emergenza per le restrizioni e il difficile rispetto delle cautele igieniche anti contagio. L’ordinanza inibisce l’uso potabile per il consumo umano, come bevanda, per le imprese alimentari, per la reidratazione e ricostituzione di alimenti; per la preparazione di alimenti e bevande in cui l’acqua costituisca ingrediente o entri in contatto con l’alimento per tempi prolungati; per le pratiche di igiene personale che comportino ingestione, anche se limitata, di acqua come ad esempio il lavaggio dei denti e del cavo orale. Tanto rumore per poco o nulla, per Leoluca Orlando che poi ieri sera esprimeva soddisfazione per l’esito positivo della vicenda che aveva prima aspramente criticato parlando di «procurato allarme»: «La firma dell’ordinanza è un atto dovuto di fronte ad una nota formale inviata dall’Asp all’Amministrazione – aveva detto il sindaco – ma tutti i dati relativi alla qualità dell’acqua distribuita ne confermano la potabilità e la qualità per uso umano. Da tutti gli esami eseguiti in tutti i punti di presa e per tutti i giorni verificati risulta che non vi è alcun problema di carattere microbiologico nell’acqua distribuita nella rete». «Specialmente in una situazione di già grave nervosismo legato alla situazione sanitaria del paese – aveva aggiunto – è auspicabile che da parte dei soggetti istituzionali vi sia la massima collaborazione per non alimentare psicosi di alcun genere. Non possono essere diffuse notizie parziali che generano allarme nella popolazione».