Gds: “Mirri e Di Piazza: «Cambia tutto, giudicateci solo dai fatti. Modello Parma, la A in 3 anni»”
Ieri è iniziato ufficialmente il nuovo corso rosanero, infatti ieri è avvenuta la conferenza stampa di presentazione di Dario Mirri e Tony Di Piazza coloro che hanno acquisito il Palermo e che lo faranno ripartire dalle ceneri della Serie D. L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” analizza le parole rilasciate in conferenza dai due protagonisti. «Mia moglie m’ammazza, ma è il giorno più bello della mia vita». Tanta emozione per Dario Mirri, alla prima uscita da co-proprietario del Palermo. La rinascita dei rosanero passa da lui e da Tony Di Piazza, giunto in Sicilia per l’occasione . Due palermitani per ripartire dal punto più basso di sempre, in uno scenario emblematico: «Lo stadio adesso si apre alla città, cambia tutto». La nuova proprietà ha inoltre ricevuto l’abbraccio caloroso del Barbera, dato che la conferenza stampa era aperta al pubblico. «Il Palermo è ora di Palermo, io sarò un custode temporaneo. Ho coronato il sogno di una vita». Quasi li sfida, i presenti, a colpi di memoria sul Palermo che fu: «Contro l’Atletico Mineiro il primo giocatore chiamato in campo si chiamava Bigotto e ci fu un boato per lui. Per la presentazione vorrei rivedere Grosso entrare dal tunnel col nuovo terzino». I tifosi potranno inoltre partecipare al sondaggio sulla nuova maglia e i minorenni godranno di benefit sugli abbonamenti: «Per loro costerà un euro,
dobbiamo creare una nuova generazione». Uno sguardo al futuro, con i piedi sul presente: «Giudicateci dai fatti», ripete Mirri, e ad oggi i fatti sono quantificabili in termini economici: «La squadra è stata iscritta in anticipo con un capitale di 15 milioni». Soldi che a marzo sarebbero bastati per garantire l’iscrizione, ma non la sopravvivenza: «C’erano 47 milioni di debiti, noi ci abbiamo provato». Un riferimento anche ai 27 dipendenti che hanno perso il lavoro con il fallimento della vecchia società :«Sono vittime, ma non do illusioni: lo scorso anno il Bari ha assunto due persone». Questo perché il budget per la D è troppo basso, motivo per cui si cercano altre fonti di ricavo tra diritti tv («stiamo parlando con i migliori») e sponsor: «Ho contattato Colella, mi è sembrato elegante contattare chi voleva investire nel Palermo. C’è una trattativa». Quella Serie A che Mirri e Di Piazza intendono raggiungere in tre anni, «perché il Parma c’è riuscito». Per farlo, il team è già stato allestito. Pergolizzi in panchina, Castagnini all’area tecnica, Rinaudo e Argento per il vivaio, Paparesta per i rapporti istituzionali e Sagramola, di fatto, in controllo di tutto: «È l’uomo che ha scoperto Totti e che ne sappiamo se c’è un Totti anche qui?». Uno degli investimenti sarà il centro sportivo: «Non sullo stadio, ma su 3-4 campi che diventino la fabbrica dei nostri talenti». Campioni fatti in casa e un nome da esportare all’estero, compito che spetta principalmente a Di Piazza, da buon italo-americano con anima palermitana: «Il Palermo è il marchio che più ci rappresenta ha dichiarato l’immobiliarista originario di
San Giuseppe Jato – e porteremo la sicilianità nel mondo. Fuori dall’Italia ci sono più tifosi del Palermo di qualunque altra squadra. Faremo accordi per trasmettere le partite all’estero » . Il tutto all’insegna della trasparenza: «Mai più marchi che non si sa a chi appartengono – ribadisce Mirri – pubblicheremo i bilanci, pur non avendo obblighi. Questi aspetti non sono modificabili. Tutto deve essere visibile, anche gli allenamenti». Quelli che il Palermo inizierà al Cus, anche per non rovinare l’erba del «Barbera», tant’è che è stato richiesto di giocare la prima di campionato in trasferta. Si tornerà allo stadio l’8 settembre, dunque, in quell’impianto che porta un nome caro a Mirri e alla sua famiglia: «Domandatevi perché porti il nome di Renzo Barbera. Non ci ha portato in Europa, non ha preso campioni, ma ha fatto quello che vorrei fare io, dare tutto me stesso».