L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sui motivi della rottura Mirri-Di Piazza.
Il socio americano non ha condiviso l’attribuzione dei poteri del presidente Mirri e dell’AD Sagramola, oltre agli adeguamenti retributivi riconosciuti a quest’ultimo. Nelle prime settimane di vita della società, a Sagramola è stato assegnato un compenso lordo annuo di 40 mila euro per l’attività di amministratore delegato e di 60 mila euro lordi come collaboratore.
L’assemblea dei soci dello scorso 31 luglio ha deliberato per il primo compenso un aumento a 141 mila euro. In seguito Di Piazza avrebbe contestato l’ammontare complessivo di circa 300 mila euro lordi.