L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Juan Mauri, centrocampista del Palermo: «È trascorso quasi un mese dall’ultimo allenamento con i miei compagni. Mi manca giocare a calcio, che insieme alla mia famiglia rappresenta tutta la mia vita. Mi manca la solita routine da calciatore: lo spogliatoio, la preparazione mentale alla gara, i festeggiamenti dopo una vittoria. Speriamo che il momento più critico qui in Italia sia ormai alle spalle, ma sono preoccupato anche per la situazione in Argentina. Al momento i contagi sono minimi, ma se l’epidemia dovesse espandersi sarebbe un duro colpo per il sistema statale che potrebbe non essere pronto a gestire una tale crisi. In Italia le istituzioni hanno preso in tempo le giuste precauzioni a differenza di paesi che hanno sottovalutato il problema. Sono addolorato per la gente che sta soffrendo e rivolgo tutta la mia stima a coloro i quali sono impegnati in prima linea, deve essere massacrante lavorare in queste condizioni. Sono ottimista, sono convinto che torneremo a giocare presto. Speriamo il prima possibile tra maggio e giugno, ma saremmo pronti a giocare anche a luglio se necessario. È la speranza di tutti, vogliamo vincere sul campo il torneo, siamo in testa fin dalla prima giornata e serve soltanto un ultimo sforzo per raggiungere l’obiettivo. Soluzioni inedite come quella dei play-off sono impensabili, non si è mai vista una squadra prima in classifica giocarsi la promozione in uno spareggio con la sesta o la settima. Se l’emergenza dovesse cessare ci sarebbe il tempo di portare a termine la stagione, ovviamente in piena sicurezza per tutti. Questa squadra è già pronta per il salto di categoria, del resto al sud la Serie C è molto simile alla D, parlo per esperienza diretta: meno possesso palla, più corsa e fisicità. Personalmente vorrei avere l’occasione di chiudere in bellezza questo campionato, sono convinto di non aver ancora dimostrato al meglio le mie qualità. Ad ogni modo Palermo non è per me una tappa passeggera, voglio lasciare il segno perché credo in questo progetto e voglio togliermi tante soddisfazioni indossando la maglia rosanero a lungo. Grazie a WhatsApp ogni giorno possiamo trascorrere un po’ di tempo insieme ai nostri parenti che vivono a Realicó. È un modo per sentirsi a casa, ma non vedo l’ora di poter abbracciare tutti i miei cari».