L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulle bufale inerenti il Coronavirus.
Il virus Sars-CoV-2 è stato creato in laboratorio.
FALSO. Uno studio dello Scripps Research Institute di La Jolla, confrontando i dati genetici ad oggi disponibili per diversi tipi di coronavirus, ha determinato che il Sars-CoV-2 si è originato attraverso processi naturali. Sarebbe il risultato dell’evoluzione naturale di altri virus della stessa «famiglia» passato dagli animali all’uomo.
Non si può più giocare a Lotto e Superenalotto.
VERO. Dopo lo stop a sale giochi, scommesse e bingo, una circolare dei Monopoli ha decretato la sospensione dei giochi numerici, Lotto e Superenalotto in primis. «Le modalità di fruizione di tali giochi – si legge – possono provocare la permanenza dei consumatori all’interno dei locali favorendo la diffusione del contagio».
Il Coronavirus può aumentare il rischio di infarto.
VERO. Il Coronavirus colpisce più facilmente i soggetti cardiopatici, ma anche in un soggetto senza cardiopatia già nota l’influenza può aumentare il rischio di infarto fino a sei volte rispetto alla norma, soprattutto nei soggetti anziani o con evidenti fattori di rischio cardiovascolare. Inoltre in alcuni casi (di solito rari, fortunatamente) il virus può attaccare direttamente anche il muscolo cardiaco. Queste evidenze emergono dal Convegno nazionale di Cardiologia che la fondazione De Gasperis organizza ogni anno.
L’Ibuprofene peggiora i sintomi di Covid-19.
FALSO. In realtà non c’è ancora alcuna prova che l’ibuprofene (un diffuso antinfiammatorio presente in numerosi farmaci da banco, appartenente alla categoria dei Fans, farmaci antinfiammatori non steroidei) peggiori Covid-19, anche se l’esperienza empirica di questo periodo ha spinto molti medici a usare cautela. Comunque secondo l’Agenzia europea per i medicinali (Ema): «All’inizio del trattamento della febbre o del dolore dovuti a Covid-19, i pazienti e gli operatori sanitari devono considerare tutte le opzioni di trattamento disponibili, incluso il paracetamolo e i Fans. Ogni medicinale ha i suoi benefici e rischi, che devono essere presi in considerazione insieme alle Linee guida europee, molte delle quali raccomandano il paracetamolo come opzione di primo trattamento nella febbre e nel dolore». L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha raccomandato a chi riscontra sintomi che fanno sospettare il contagio da Covid-19 di non assumere l’ibuprofene di propria iniziativa, ma solo se prescritto dal medico. Meglio quindi la Tachipirina.
I farmaci antipertensivi (ACE-inibitori e sartani) hanno effetto sulla trasmissione ed evoluzione della malattia.
FALSO. Per l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), dopo la posizione espressa da diverse Società scientifiche, ad oggi non esistono prove, basate su studi clinici o epidemiologici, sul presunto effetto di questi farmaci in Covid-19. Al momento si tratta «solo di ipotesi molecolari verificate con studi in vitro». Non esistono evidenze cliniche nell’uomo che associno l’assunzione di ACE-inibitori o sartani a Covid-19.Pertanto, prosegue l’Aifa, «si raccomanda di non modificare la terapia in atto con antipertensivi nei pazienti ipertesi ben controllati, in quanto esporre pazienti fragili a potenziali nuovi effetti collaterali o a un aumento di rischio di eventi avversi cardiovascolari non appare giustificato».
Per non infettarsi meglio tagliarsi la barba.
FALSO. Il Centers for Disease Control and Prevention americano nel 2017 (quindi non oggi) ha prodotto una infografica dedicata alla sicurezza sul lavoro con la semplificazione delle regole per un uso corretto delle mascherine. Il disegno confronta 36 tipologie di rasatura, 18 delle quali vengono sconsigliate perché potrebbero rendere inefficace il funzionamento della mascherina. Questo non vuol dire, però, che tagliarsi barba e baffi aiuti a evitare il contagio del virus.
Le mascherine sono utili.
VERO. Qualunque barriera protettiva davanti a bocca e naso può aiutare a limitare il contagio, prevenendo la diffusione di goccioline infette. Deve indossarle quindi prima di tutto chi è infetto o sospetta di esserlo, per evitare di contagiare altri. Naturalmente esse aiutano anche chi è a contatto con potenziali malati. Il rischio di un uso diffuso tra tutta la popolazione è legato al consumo eccessivo di mascherine nonché al fatto che se esse non sono conformi e non sono utilizzate bene possono diventare un raccoglitore di germi e inoltre indurre a comportamenti imprudenti per eccessiva sicurezza. Il Cdc americano «non raccomanda l’uso quotidiano di mascherine al di fuori del posto di lavoro in ambito sanitario o altri settori particolari o di luoghi affollati», e l’Oms ne consiglia l’utilizzo solo se si sospetta di aver contratto il coronavirus, oppure se si assiste una persona malata.