L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Malaury Martin, centrocampista del Palermo. Ieri, a Montecarlo, sua moglie Bianca ha dato alla luce il piccolo Leonardo, che il regista vedrà solo dopo la partita col Marina di Ragusa: «Ho vissuto tutto in diretta con lo smartphone e dopo la gara andrò dalla mia famiglia. Penso che ci vorrà più di un mese prima di riavere la mia famiglia qui, spero però di festeggiare con loro la promozione in C». Alla fine, avete scelto di far nascere il bambino a Montecarlo. Il nome italiano, invece, chi l’ha deciso? «Entrambi i nostri figli hanno la fortuna di avere la doppia nazionalità, abbiamo scelto di farlo nascere a casa nostra. Stavolta il nome l’ha scelto la mamma. Io ho spinto più sul primo (William, ndr), ma Leonardo è un nome bellissimo, d’altronde ci piacciono l’arte e la storia». Fare il papà e il marito a distanza,in questi casi, quanto è difficile? «Non è semplice, ma ci siamo abituati. Da undici anni mi trovo lontano da casa e con mia moglie ci sono periodi così, stavolta è stato più difficile,anche se ho vissuto tutto in diretta». Il gruppo del Palermo, almeno, non la fa sentire solo… «Quello no, anche perché ho legato tantissimo con molti compagni. Mi fanno stare bene. Siamo un gruppo compatto, lo stiamo dimostrando anche in campo. È la nostra forza,rimanere uniti per inseguire il nostro obiettivo». Nessuno ha giocato più di lei, le fa piacere essere così indispensabile? «Faccio un po’gli scongiuri, perché me lo dicevano anche prima delle vacanze, poi mi sono fatto male al rientro. Tutti vogliono giocare sempre e questo per me è un periodo di felicità». Eppure ultimamente ha perso un po’ di brillantezza: crede che gli avversari abbiano imparato a conoscerla? «Non credo, penso semmai che sia normale avere momenti così. Come per la squadra, c’è quando rende meglio e quando un po’meno. Basta ritrovare la gamba di inizio campionato, specialmente per la fine della stagione. Lì sarà veramente importante essere al massimo». Avere allungato sul Savoia vi dà più fiducia? «Sinceramente? Non cambia niente. Tutte le squadre non possono mollare nulla fino alla fine e noi dobbiamo rimanere concentrati sui nostri avversari, domenica dopo domenica. Non pensiamo neanche ai punti persi in passato, si pensa solo al presente». In trasferta avete fatto quasi sempre bene, col Marina di Ragusa cosa vi aspettate? «Una partita complicata, dobbiamo dimostrare di essere all’altezza. Al momento stiamo facendo bene fuori casa e dobbiamo continuare così. Non conosco il loro campo, però avendoli affrontati all’andata so che dovremo essere compatti». Stavolta non potrà lanciare Ricciardo lì in avanti… «Spiace tanto per Gianni, anche perché per la prima volta starò senza di lui in camera nei ritiri pre-partita. A parte questo, però, in una stagione c’è bisogno di tutti. Fa parte del calcio». A proposito di Ricciardo: ora che non è più il rigorista fisso, perché non li calcia lei i rigori? «Ho fatto il rigorista in passato, ma bisogna rispettare le scelte dell’allenatore. Ci sono tanti bravi rigoristi in squadra e può capitare anche ai migliori di sbagliare. Non lo vedo come un problema». I dirigenti del Savoia pensano semmai che ve ne fischino troppi… «Non c’è bisogno di rispondere». Avete fissato già un obiettivo di punti per la vittoria del campionato? «No, niente traguardi e nemmeno tabelle. Per esperienza so che non serve guardare i punti che si fanno, ma va guardata la classifica alla fine. Anche perché nessuno si ricorda mai dei punti di vantaggio con cui si vincono i campionati».