Gds: “L’Occidente congela i beni degli oligarchi”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla situazione legata alla guerra in Ucraina.
Congelare, già nel secondo pacchetto di sanzioni, gli asset di Vladimir Putin e Serghei Lavrov. Lo scatto dell’Europa nella sua strategia anti-russa si concretizza in una misura dall’impatto economico tutto da valutare, ma dall’alto valore simbolico. Lo zar e il potentissimo ministro degli Esteri russo finiscono nella black list europea, così come in quelle di Usa e Gran Bretagna. L’ipotesi, inizialmente, era di puntare al bersaglio più alto in un terzo pacchetto di sanzioni, ma con Kiev sotto assedio Bruxelles ha deciso di accelerare. «E non ci fermiamo», ha assicurato l’Alto Rappresentante Josep Borrell.
All’orizzonte cresce infatti l’ipotesi di una sanzione che potrebbe essere un vero e proprio “big bang” finanziario, l’esclusione di Mosca dal sistema Swift. L’obiettivo sarebbe quello di paralizzare la finanza russa tagliandola fuori dal circuito globale dei pagamenti bancari attraverso l’esclusione dallo Swift, il sistema circolatorio delle transazioni commerciali internazionali. Avrebbe un potenziale devastante per l’economia del Paese. Rendere la Russia un paria sui mercati finanziari e commerciali avrebbe pesanti ramificazioni internazionali.
Pesa l’esposizione delle banche italiane e francesi verso Mosca, pesa l’export (specie tedesco). Ma al centro di tutto c’è, ancora una volta, l’energia: verrebbero congelate le transazioni con la Russia cui l’Occidente, comprando gas e petrolio da Mosca al ritmo di 700 milioni di dollari al giorno, a tutt’oggi sta finanziando l’invasione dell’Ucraina.
Alla Commissione Ue stanno lavorando, soprattutto, sulle contromisure energetiche, industriali e finanziarie. «Si tratta di scegliere, l’esclusione dal sistema Swift significa, in linea di principio, azzerare gli scambi con la Russia.
E se sei dipendente dal gas, ci vuole cautela», spiegava poco prima del Consiglio Affari Esteri un alto funzionario Ue. Alla riunione dei titolari delle diplomazie europee, oltre al secondo pacchetto di sanzioni, è stato tuttavia proprio il sistema Swift uno dei protagonisti del dibattito.