Gds: “Lidi balneari, il Cga dà l’ok alle proroghe: gestioni fino al 2023”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su una sentenza che riguarda il settore dei lidi balneari.

Una sentenza della sezione Giurisdizionale del Consiglio di Giustizia amministrativa della Sicilia mette un nuovo punto sulla questione delle proroghe per i gestori dei lidi balneari della Sicilia. La sentenza pubblicata il 24 gennaio (presidente Rossana de Nittolis, estensore Antonino Caleca) interviene a favore di un gestore di una attività da diporto del Messinese, su una precedente pronuncia del Tar sezione di Catania dello scorso gennaio, e dà il via libera alla proroga fino al 31 gennaio 2023.

Il Cga della Regione siciliana, dunque, si pone in linea con la pronuncia del consiglio di Stato che, in Adunanza plenaria, aveva bocciato le proroghe fino al 2033 concedendole fino al 2023 per quelle in essere, nell’attesa che vengano realizzate le gare per l’affidamento delle concessioni così come richiesto dalle norme comunitarie. La sentenza dell’Adunanza Plenaria, infatti, ha precisato che: «le concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative già in essere continuano ad essere efficaci sino al 31 dicembre 2023, fermo restando che, oltre tale data, anche in assenza di una disciplina legislativa, esse cesseranno di produrre effetti, nonostante qualsiasi eventuale ulteriore proroga legislativa che dovesse nel frattempo intervenire, la quale andrebbe considerata senza effetto perché in contrasto con le norme dell’ordinamento dell’Ue».

Nell’Isola c’è un settore con il fiato sospeso. Tutte questioni che saranno trattate nel corso di un vertice che l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, ha già convocato per venerdì prossimo. Una matassa burocratico-legale che si snoda tra Bruxelles, Roma e Palermo con l’assessore che nei giorni scorsi ha ipotizzato «una legge che permetta di prorogare le concessioni almeno fino a tutto il 2023». Un intervento legislativo che, a questo punto, si potrebbe muovere sulla riga della strada segnata dall’ultima sentenza del Cga. «Vogliamo avere una certezza delle regole nelle quali ci troviamo ad operare» dicono dalle associazioni di categoria e secondo le quali «un intervento legislativo sul termine ultimo delle concessioni potrebbe essere utile».