Gds: “Le truppe si ritirano dai confini ucraini”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle truppe russe ritirate da Putin ai confini Ucraini.
Il meteo della crisi in Ucraina è ancora molto instabile, con qualche squarcio di luce ancora insufficiente a diradare tutte le nuvole nere. Vladimir Putin ha dato un segnale di distensione autorizzando l’inizio del ritiro delle truppe dal confine ed assicurando di non volere la guerra, ma la Nato ha espresso dubbi su una reale descalation sul terreno. E anche il presidente Usa Joe Biden ha replicato con massima cautela, affermando che un attacco russo resta ancora una possibilità concreta. Anche sul fronte diplomatico, la disponibilità del leader del Cremlino a dialogare sulla sicurezza regionale, espressa ricevendo Olaf Scholz, non ha chiarito come si scioglierà il nodo più intricato della partita: il braccio di ferro sull’ingresso di Kiev nella Nato. Perché Mosca insiste, non dovrà accadere mai; ma gli occidentali non possono accettarlo, almeno formalmente e per iscritto, come vorrebbe il Cremlino.
Nella mattinata di ieri il ministero della Difesa di Mosca ha fatto sapere che «unità dei distretti militari meridionali e occidentali che hanno completato i loro compiti» nelle esercitazioni alla frontiera hanno iniziato a rientrare nelle basi. Un ritiro «pianificato», ha chiarito il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, respingendo gli allarmi diffusi come «terrorismo mediatico», frutto «dell’isteria occidentale». Per la Nato però «non ci sono segnali sul terreno che la Russia stia riducendo le truppe ai confini dell’Ucraina», ha affermato il segretario generale Jens Stoltenberg. Al Cremlino nel frattempo è andato in scena l’evento clou della giornata negoziale, con il faccia a faccia tra Vladimir Putin e Olaf Scholz. Il cancelliere tedesco ha teso una mano, sottolineando che la sicurezza dell’Europa «non può essere costruita contro la Russia ma in cooperazione con la Russia». Putin ha apprezzato, spiegando che ci sono «elementi» su cui è pronto a lavorare e che «ovviamente –ha detto–non voglio la guerra». Ma gli spunti di ottimismo sono tutti qui. Il leader russo, come di consueto, ha mostrato i muscoli, avvertendo che i colloqui «non possono andare troppo per le lunghe».