L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla Guerra in Ucraina.
La Bosnia-Erzegovina, che secondo il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg potrebbe essere nel mirino di nuovi attacchi militari della Russia unitamente a Moldova e Georgia, è da tempo insieme al Kosovo la regione di maggiore instabilità nei Balcani, e fonte di crescente preoccupazione nelle cancellerie occidentali. Preoccupazioni che alla luce dell’attacco di Mosca all’Ucraina riemergono con forza.
Tra i Paesi della ex Jugoslavia, non fanno parte della Nato solo Bosnia-Erzegovina e Serbia, quest’ultima stretto e principale alleato di Mosca nella regione, nonostante mantenga una posizione di neutralità militare. Tutti gli altri – Slovenia, Croazia, Montenegro, Macedonia del Nord, con in più l’Albania – sono diventati rapidamente membri dell’Alleanza atlantica, e se si aggiungono Romania e Bulgaria si comprende come la progressiva avanzata della Nato verso est assuma agli occhi di Mosca le sembianze di un autentico assedio.
A differenza di Georgia e Moldova, Paesi che come l’Ucraina facevano parte dell’Urss fino alla sua disgregazione nel 1991, e che potrebbero rientrare in un ipotetico progetto di Vladimir Putin di un rispristino dei vecchi confini sovietici, la Bosnia-Erzegovina è ben più lontana, ma non per questo estranea agli interessi geostrategici di Mosca, che non ha mai rinunciato ad avere voce in capitolo nei Balcani.