L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla tragedia che si è consumata a Ravanusa.
Il dolore che si mischia a rabbia. L’attesa che è avvolta dall’angoscia. Una sola certezza ammanta i compaesani delle vittime dell’esplosione di Ravanusa: «Qualcuno dovrà pagare» per quelle vite strappate fin dentro casa. Quattro palazzi venuti giù per una fuga di gas e che si sono accartocciati l’uno sull’altro. Tre morti e sei dispersi e la consapevolezza che anche per quest’ultimi, ora dopo ora, la speranza si affievolisce.
Gli unici attimi di ottimismo quando sono state salvate dalle macerie Rosa Carmina di 80 anni e Giuseppa Montana di 78 anni. A perdere la vita, nell’inferno in terra di Ravanusa, Pietro Carmina di 68 anni, Maria Crescenza Zagarrio di 70 e Calogera Gioachina Minacori di 69 anni. Le disperate ricerche continuano per Selene Pagliarello di 30 anni e il marito coetaneo Giuseppe Carmina. Selene era al nono mese di gravidanza. Erano passati a salutare i genitori di lui, Angelo Carmina, 72 anni, e Maria Crescenza Zagarrio. Angelo è ancora sotto le macerie mentre Maria Crescenza, chiamata da tutti Enza, l’hanno tirata fuori senza vita.
La ragazza era già sulle scale, aveva chiamato gli amici avvisandoli che li stavano raggiungendo per mangiare insieme una pizza. Ma a quell’appuntamento, lei e il marito, non sono mai arrivati. Non c’è ancora traccia anche della moglie di Pietro Carmina, Carmela Scibetta, 60 anni. In Comune, dove è assistente sociale, è molto apprezzata. Non si trova neanche l’altro Giuseppe Carmina, 33 anni, padre di due figli, l’unico che non abitava in via Trilussa ma in via Galilei, la strada perpendicolare all’epicentro. La gente di Ravanusa non ha mai lasciato l’area delle ricerche. E assiste da ore alle operazioni dei soccorritori tra le macerie, assiepata in via Trilussa. Continua a sperare e pregare: «Dio abbi pietà di noi», ripete una donna, sgranando il suo rosario. Il presidente dente Sergio Mattarella che ha telefonato al sindaco, Carmelo D’Angelo.