L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla situazione tesa tra Russia e Ucraina.
È una guerra per ora solo di nervi quella che si sta consumando tra l’Occidente e Vladimir Putin sulla frontiera ucraina. All’indomani dell’annuncio del Cremlino sulla fine parziale delle esercitazioni e il rientro dei soldati alle loro basi, la Nato continua a non vedere «alcun ritiro delle truppe russe dai confini dell’Ucraina. Anzi – ha accusato il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg nel corso della ministeriale Difesa a Bruxelles – Mosca sta inviando altre forze».
L’Occidente, immagini satellitari alla mano, teme insomma il bluff dello zar e ieri si è mostrato unito nel respingere l’assalto ibrido russo per forzare la mano a Europa, Usa e Nato su un nuovo assetto di sicurezza. Con l’Alleanza che sta valutando un rafforzamento «di lungo termine» del fianco Est e l’Italia, rappresentata dal ministro Guerini, che si è detta «pronta a fare la sua parte» sull’invio di truppe per la deterrenza.
Certo, segnali di apertura diplomatica da Mosca ci sono, tutti i leader lo riconoscono. «Dopo le parole però adesso ci vogliono i fatti», ha sintetizzato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Se di distensione si tratta, è al rallenty. Come confermano anche le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Le truppe russe non se ne vanno davvero, si avvicendano», ha avvertito, aggiungendo quasi a farsi coraggio che il suo Paese «non teme nulla e nessuno» ed è pronto a difendersi.