Gds: “La battaglia perduta col tumore. Addio al mito delle Notti magiche”

Il cuore di Totò si è fermato alle 9,55 nel reparto di Pneumologia del Civico di Palermo: le sue condizioni si erano aggravate nella giornata di martedì

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla scomparsa di Totò Schillaci che ha sconvolto l’Italia calcistica.

Totò Schillaci, l’indimenticabile protagonista delle “Notti Magiche” di Italia ’90, ha perso la sua ultima battaglia. Un tumore al colon, che lo affliggeva da tempo, ha avuto la meglio su di lui, spegnendo per sempre il suo cuore generoso. Ieri mattina, alle 9:55, Schillaci si è spento nel reparto di Pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo, dove era stato ricoverato il 7 settembre a causa del peggioramento delle sue condizioni. Il cancro, insieme a una polmonite, non gli ha lasciato scampo nonostante due interventi chirurgici.

L’ex attaccante della Nazionale, che durante i Mondiali del 1990 era diventato il capocannoniere con sei reti, è morto a 59 anni, poco prima di festeggiare il suo compleanno, che sarebbe stato il 1° dicembre. Totò Schillaci, nato a Palermo nel 1964, lascia tre figli, Jessica, Mattia e Nicole, avuti da due matrimoni. I familiari, nei giorni precedenti, si erano aggrappati alla speranza di un miglioramento, ringraziando chiunque avesse offerto il proprio supporto attraverso messaggi, chiamate e preghiere. Tuttavia, ieri mattina, la situazione è precipitata e Schillaci ha chiuso gli occhi per sempre.

Centinaia di persone si sono recate in ospedale per rendere omaggio al campione, simbolo del riscatto sociale di Palermo. Nato nel quartiere periferico del Cep, un’area segnata da povertà e marginalità, Totò era riuscito a emergere grazie al suo talento calcistico, arrivando a giocare ai massimi livelli e vivendo il sogno di tanti, tra i lussi che solo il calcio di Serie A poteva offrire. Nonostante gli anni trascorsi nel ricco Nord, Schillaci era tornato nella sua amata Sicilia, dove si era impegnato a trasmettere ai giovani i valori dello sport e della dedizione. L’impianto sportivo Ribolla di via Leonardo da Vinci, da lui fondato, ha sospeso le attività in segno di lutto.

Il suo corpo è stato trasferito in tarda mattinata allo stadio Renzo Barbera, dove è stata allestita la camera ardente aperta fino a tarda sera. Oggi, il pubblico potrà rendergli omaggio dalle 7 alle 22, mentre i funerali si terranno domani alle 11:30 nella Cattedrale di Palermo. Migliaia di persone sono attese allo stadio, e messaggi di cordoglio sono arrivati da tutto il mondo del calcio, con club come il Real Madrid e personaggi come Vasco Rossi, che ha ricordato con affetto il campione, elogiandone la timidezza fuori dal campo e il sorriso gentile.

Schillaci, eroe di un’unica stagione calcistica ma indimenticabile, aveva scoperto di essere malato almeno due anni fa, rendendo pubblica la sua lotta contro il cancro durante l’arresto del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro, avvenuto il 16 gennaio 2023. Quel giorno, Schillaci si trovava nell’ospedale oncologico La Maddalena di Palermo per sottoporsi a delle cure quando l’operazione dei carabinieri bloccò tutto l’edificio. In seguito, aveva raccontato pubblicamente la sua battaglia contro il tumore, rivelando i momenti bui vissuti durante le terapie. Sebbene inizialmente sembrasse che le cure avessero avuto effetto, la sua salute peggiorò gradualmente nei mesi successivi.

Alla fine di agosto, a Palermo già si parlava di un peggioramento delle sue condizioni di salute, confermato poi dal ricovero in ospedale il 7 settembre. La città, in preghiera, ha sperato in un miracolo che purtroppo non è arrivato. Oggi rimane il ricordo di un campione, simbolo di riscatto sociale e umano, che con il suo talento e la sua forza di volontà ha dimostrato come si possa uscire dall’ombra delle periferie per raggiungere il successo.