Gds: “Italia Bollette e carburanti, al vaglio il decreto”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul caro bollette in Italia.

Tagliare i costi, alle stelle, dei carburanti. E ampliare la platea del bonus sociale per ridurre le bollette di luce e gas. Guarda alle imprese ma anche alle famiglie, sempre più in difficoltà, il piano anti-crisi che il governo sta preparando per fronteggiare l’impatto sull’economia del conflitto in Ucraina. Il lavoro preparatorio è allo stadio iniziale ed è legato a doppio filo alle scelte europee: i ministri hanno avuto il mandato di preparare le proposte per la metà della prossima settimana, e non si esclude che un primo pacchetto di misure possa arrivare in Consiglio dei ministri già tra mercoledì e giovedì. Ma per intervenire in soccorso delle imprese bisogna aspettare intanto che arrivi il via libera al temporary framework sugli aiuti di Stato, e poi reperire le risorse.

L’allentamento delle regole, come già accaduto con la pandemia, permetterà di replicare le misure a sostegno della liquidità delle imprese ma anche i ristori a fondo perduto – magari attraverso un fondo ad hoc, come indicato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti – che stavolta potrebbero però essere calibrate non tanto sulla perdita di fatturato quando sui consumi di energia e sui settori che più risentono della crisi delle materie prime. I fondi a disposizione determineranno anche il perimetro dei sostegni alle famiglie, perché se aumentare il tetto Isee del bonus sociale potrebbe avere costi contenuti, mettere in campo una sterilizzazione dell’Iva o una riduzione, anche temporanea, delle accise su benzina e gasolio ha invece bisogno di coperture ingenti.

Per i partiti la strada non può che essere quella dello scostamento di bilancio: lo chiede esplicitamente il Movimento 5 Stelle, lo evoca il ministro Giorgetti, non lo esclude più nemmeno il Pd. Ma il governo non sembrerebbe intenzionato a mettere mano al deficit, almeno non prima della presentazione del Def. Il documento di economia e finanza dovrebbe essere anticipato alla fine del mese (c’è chi parla del 30 marzo) e dovrebbe registrare una frenata del Pil all’incirca di un punto a causa della guerra. La ridefinizione del quadro macroeconomico ha dalla sua però la performance brillante dell’economia nel 2021 che, a conti rifatti, potrebbe lasciare ancora un margine di intervento di alcuni miliardi. Intanto si dovrebbe definire anche la cornice europea che nei migliori auspici potrebbe portare, se fosse superata l’ostilità dei falchi del Nord, a quel Recovery di guerra sponsorizzato da Roma e Parigi.

Nel frattempo soprattutto al Mise e al ministero dell’Agricoltura si mettono in fila le necessità delle filiere più colpite, mentre il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, si prepara a chiedere clausole salva-occupazione. Se le fabbriche si fermano – oltre ai Tir e ai pescherecci – a rischio ci sono infatti anche i posti di lavoro, oltre che la produzione. Per le imprese che scontano i rincari, o la mancanza, di materie prime –dall’argilla ai rottami – dovrebbe arrivare, come indicato da Giorgetti, un fondo ad hoc. Ma si starebbe valutando anche di portare dal 20 al 50% il credito di imposta già introdotto per le energivore, mentre sempre Giorgetti suggerisce di «immaginare altre forme di intervento».