L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo che riscopre il tandem fantasia quello composto da Insigne e Di Francesco.
Nel calcio, il modulo 4-3-3 può essere una benedizione o una maledizione: non esistono mezze misure. Il gioco del Palermo, e di conseguenza i risultati, dipendono in gran parte dal rendimento degli esterni offensivi. Questo è emerso chiaramente nei primi mesi sotto la guida di Dionisi: se le fasce funzionano, le vittorie arrivano; se non girano, le prestazioni risultano deludenti e la sconfitta è dietro l’angolo.
Nella partita contro la Cremonese, il primo gol stagionale del Palermo è nato proprio da un’azione degli esterni: Insigne ha finalizzato con un tiro in porta dopo che Di Francesco aveva corso quasi 40 metri con il pallone, trovandolo rasoterra sul lato opposto. Anche Brunori ha dato il suo contributo con una sponda precisa che ha permesso a Di Francesco di inserirsi in profondità: i gol arriveranno anche per lui, ma il suo lavoro per la squadra è stato fondamentale, anche quando è stato chiamato a entrare a partita in corso, come allo stadio Zini.
L’ex giocatore del Frosinone, reduce da una prestazione sottotono contro il Pisa, ha già eguagliato il numero di reti realizzate durante tutta la scorsa stagione: prima della sfida contro la Cremonese, aveva segnato contro il Parma in Coppa Italia, infilando il portiere sul primo palo dopo uno schema ben riuscito da calcio d’angolo con Diakité. Anche nelle amichevoli ha mostrato una buona forma: due gol alla rappresentativa di Sondrio e uno all’Oxford United. Questa volta, benché la porta fosse aperta, segnare è stato più difficile a causa della presenza di Bianchetti, che ha tentato di contrastarlo: Insigne ha saputo eludere la marcatura, trovando l’unico spazio libero per portare il risultato sull’1-0.
Mentre Insigne, nonostante la sconfitta a Brescia, si è distinto come uno dei pochi a brillare, Di Francesco aveva iniziato la stagione in maniera poco convincente, mostrando difficoltà nel tiro e nel garantire corsa e sacrificio, caratteristiche che lo avevano contraddistinto nella scorsa annata. A Cremona, però, anche lui ha ritrovato vigore con lo sprint che ha portato al gol decisivo, dimostrando una crescita rispetto alle precedenti prestazioni. Sebbene non sia ancora tornato ai suoi livelli migliori, se riuscirà a replicare le prestazioni viste nelle amichevoli contro Monza e Leicester (entrambe decise da suoi gol, uno di prepotenza contro i brianzoli e uno da opportunista contro le Foxes), il Palermo potrebbe ottenere molte soddisfazioni.
Restano ancora degli interrogativi sugli altri esterni offensivi: Di Mariano non ha brillato contro la Cremonese, Appuah è ancora in attesa del debutto e Vasic sembra non trovare il suo ruolo ideale nel tridente offensivo (i ruoli in cui l’italo-serbo non riesce a esprimersi al meglio al Palermo iniziano a essere numerosi). Tutti loro sono in attesa di una possibilità per mettersi in mostra, e il club è anche alla ricerca di un attaccante che possa giocare anche sulla fascia. È evidente che, con il 4-3-3, gran parte del peso offensivo ricadrà su Insigne e Di Francesco: se non riescono a fare la differenza, il rischio che il Palermo inciampi è concreto. D’altro canto, per esprimersi al meglio, hanno bisogno del supporto dei compagni, soprattutto dai terzini: creare superiorità numerica sulla fascia è essenziale per destabilizzare gli avversari, purché ci siano sempre compagni pronti a colpire in area. In questo contesto, il rientro di Segre, uno dei migliori incursori della Serie B, potrebbe fare la differenza.