L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulla delicata situazione riguardante l’assegnazione degli spazi pubblicitari a Palermo, in cui è convolta inevitabilmente la società Damir della famiglia Mirri. Ecco quanto riportato: “«Mai stati a conoscenza dei fatti». Dalla Damir, la ditta dove lavora Giuseppe Ingrassia, viene fuori un assoluto stupore per l’inchiesta che vede coinvolto il proprio dipendente, accusato di concorso in usura. L’azienda di proprietà della famiglia Mirri (che a sua volta controlla anche il pacchetto di maggioranza del Palermo Calcio di cui è presidente Dario Mirri) si dichiara estranea ai fatti, in merito agli incontri tenuti da Ingrassia con altri indagati all’interno dei magazzini della stessa ditta. L’indagine che porta ad Ingrassia parte da una querela sporta da un imprenditore, ex titolare di un bar,
che stando a quanto risulta agli inquirenti, «aveva lavorato con lui presso la Damir». L’azienda, però, precisa come lo stesso imprenditore non fosse né un proprio dipendente, né un collaboratore, ma che abbia avuto in passato rapporti con loro in quanto fornitore e cliente. Inoltre, secondo gli inquirenti, la vittima degli usurai aveva contattato Ingrassia perché non era riuscito «a ottenere finanziamenti dai vari Istituti di credito interpellati», a seguito di un periodo di crisi della propria ditta individuale, che aveva contratto debiti nei confronti dello Stato e di alcuni fornitori per oltre centomila euro. A pochi giorni di distanza dal contatto tra i due, stando a quanto emerge dall’inchiesta, Ingrassia «aveva invitato l’imprenditore a raggiungerlo all’interno dei magazzini della ditta Damir», per presentargli altri soggetti ora indagati, Santo e Alessandro Sottile. L’impresa palermitana, attiva sul campo della pubblicità, specifica infine di non aver avuto alcuna informazione in merito alle indagini che vedono coinvolto Ingrassia”.