Gds: “Incubo Coronavirus. Vietato l’esodo verso il Sud, nuove restrizioni decise da Roma”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sul decreto “Serra-Italia”. Il primo provvedimento di peso è arrivato nel pomeriggio e porta la firma dei ministri della Sanità e dell’Interno. La nuova ordinanza vieta gli spostamenti dal comune in cui ci si trova. L’obiettivo di questa disposizione è molto chiaro e ha già dispiegato i primi effetti: impedire un nuovo esodo dalle aree di Lombardia e dintorni verso il Meridione, per prevenire il rischio di diffondere il contagio dalle regioni più colpite alle altre. Le stazioni, per questo, saranno presidiate, e i passeggeri per lo più respinti, come è già successo ieri a Milano. Il divieto è valido sia che ci si sposti con mezzi di trasporto pubblico, sia con mezzi privati. Ora ci si potrà muovere da un comune all’altro, dunque, solo per «comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza» o per «motivi di salute». Cosa cambia concretamente con questo nuovo decreto che sospende le produzioni non essenziali in tutto il Paese a partire dal 25 marzo (alle imprese sono stati dati tre giorni per smaltire le riserve e avviare le procedure)? Apparentemente poco per il cittadino comune, perché non cambia molto la realtà dei (pochi) negozi che erano stati lasciati aperti dal precedente decreto. Ad esempio gli studi dei professionisti resteranno aperti (commercialisti, avvocati, ingegneri e architetti), così come l’intera filiera della stampa, fino ai servizi di informazione e comunicazione. Continueranno a operare anche i tabaccai, nonostante lo stop a Lotto e scommesse. Mentre le famiglie potranno continuare ad avere colf e badanti conviventi e pure a servirsi del portiere in condominio. Persino i call center potranno continuare ad operare. Ma il cambio sostanziale è a livello di produzione, di industria. La lista allegata al decreto comprende 80 voci delle attività riconosciute come «essenziali» che quindi continueranno a restare in funzione. Nell’ambito delle aziende restano attive tutte le filiere ritenute essenziali, e quindi legate al settore alimentare, a quello farmaceutico e biomedicale, compresa la fabbricazione forniture mediche e dentistiche. Inclusa anche la filiera del legno e, la fabbricazione delle bare. Sul fronte agroalimentare restano attive l’industria delle bevande, le industrie del cibo, la zootecnia. Anche l’industria tessile potrà continuare a operare escluso, però, l’abbigliamento. Le produzioni gomma, materie plastiche e prodotti chimici non saranno interrotte, così come le raffinerie petrolifere non saranno fermate. Salve anche le attività legate all’idraulica, all’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori, oltre alle diverse forniture, dall’energia elettrica all’acqua al gas. Previste anche la manutenzione sia di pc e telefoni sia di elettrodomestici. Restano attive anche le riparazioni della strumentistica utilizzata nella filiera alimentare, farmaceutica o dei trasporti (comprese le riparazioni di auto e moto). In «vita» anche i servizi dell’Inps, e l’assistenza sociale residenziale e non residenziale. Il Dpcm lascia libero il trasporto terrestre, marittimo e aereo, oltre al trasporto merci. Attive anche la gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti, oltre alle attività bancarie, postali, assicurative e finanziarie. Non sono intaccati nemmeno i servizi di vigilanza privata oltre alle attività di pulizia e disinfezione. Chiuse invece tutte le industrie che producono altri beni non ritenuti altrettanto essenziali. Netta, invece, la riduzione delle attività della Pubblica amministrazione: restano di fatto aperti solo gli esercizi legati a sanità, difesa e istruzione, rigorosamente a distanza.