L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulla situazione delle scuole ai tempi del Coronavirus. Non si tornerà in classe il 3 aprile. Lo aveva anticipato il premier Giuseppe Conte e ieri è arrivata la conferma della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, la quale ha aggiunto che al momento «non è possibile fornire una data per l’apertura delle scuole, tutto dipende dall’evoluzione dei prossimi giorni dello scenario epidemiologico». D’altra parte, vedendo come il virus continua a mietere contagiati e vittime, la riapertura delle scuole il 3 aprile era una ipotesi altamente improbabile per i più. «Riapriremo lo scuole solo quando avremo la certezza della assoluta sicurezza», ha aggiunto la ministra, ribadendo un concetto già espresso qualche giorno fa. E sulla maturità, che da metà giugno dovrebbe riguardare circa 500 mila studenti delle scuole superiori, ha assicurato che «verranno prese misure che dipendono da quanto ancora rimarranno chiuse le scuole. Stiamo pensando – ha detto – a diversi scenari possibili, apprezzo molto i documenti che le consulte e il Forum degli studenti mi hanno presentato; gli studenti stanno mostrando grande maturità, terrò in seria considerazione le loro proposte». La titolare del dicastero di viale Trastevere ha chiarito che l’esame di Stato sarà «serio» ed ha escluso il «6 politico». Ha anche escluso al momento che l’anno scolastico venga prolungato: «Se la didattica a distanza funziona, non abbiamo motivo di allungarlo, sarebbe offendere chi sta facendo tanto in queste settimane». Il vero regalo che il ministero potrebbe fare a tutti riguarda, semmai, le commissioni. Più di 9 maturandi su 10 sarebbero meno preoccupati sapendo di sedersi di fronte ai propri docenti e non a degli sconosciuti: il 58% vorrebbe tutti commissari interni, compreso il presidente; il 37% manterrebbe un presidente esterno, a garanzia della regolarità dell’esame; solo il 9% non cambierebbe la struttura mista.