L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Pietro Mancuso, ricercatore palermitano stanziato negli USA. A che punto è la vostra ricerca? «Abbiamo iniziato a studiare Sars-Cov-2 da dicembre ma il Covid-19, in dettaglio, da circa due mesi ovvero da poco più di due settimane da quando la sequenza è stata messa a disposizione sul database». C’è differenza tra Sars-Cov-2 e Covid-19? «Il virus si chiama Sars-Cov-2 mentre Covid-19 è il nome scientifico della sua forma più aggressiva». Ma lavorate a un farmaco o a un vaccino? «Ad entrambi. Siamo in fase 2 per quel che riguarda il farmaco che possa inibire la replicazione virale e che dovrebbe essere disponibile entro giugno-luglio. Mentre, per il vaccino, siamo in fase pre-clinica dato che adesso tutti i laboratori fanno un data-sharing (condivisione dei dati) per il bene comune e quindi, visto che molte aziende sono in fase avanzata, noi preferiamo rispettare i tempi sperimentali». In quanti lavorano sul Covid-19? «Ci lavorano diversi gruppi in maniera da poter disporre di tutte le expertise in campo farmacologico, microscopico, statistico-analitico e anche, ovviamente, biologico». Qual è l’iter di farmaci e vaccini? «La sperimentazione clinica di un nuovo farmaco o di un nuovo vaccino sull’uomo, consta di tre fasi consequenziali, definite canonicamente fasi I, II e III, precedute sempre da una fase, detta pre-clinica, durante la quale prima della somministrazione all’uomo, il trattamento viene studiato in laboratorio su vari modelli animali al fine di testare rigorosamente il profilo chimico, fisico e farmacologico ed in maniera da poter soppesare accuratamente il dosaggio». E per il vaccino in commercio? «Non credo che arriverà prima del 2021».