Gds: “Incubo Coronavirus. Primario di cardiologia pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Palermo «Bambini a casa e che stiano lontani dai nonni»”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Calogero Comparato, primario di cardiologia pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Palermo. Perché i piccoli reagiscono meglio al virus? «Per adesso non conosciamo le cause ma i dati epidemiologici ci confermano che la realtà è questa. Su 178 giovani siciliani positivi, di un’età compresa tra zero e i diciotto anni, non c’è stato nessun esito fatale, né le condizioni dei pazienti sono state particolarmente fastidiose. La statistica, che è in linea con i casi studiati in Cina, tende a supportare la tesi che gli organismi dei più piccoli, oltre ad essere strutturalmente diversi rispetto agli adulti, soffrono meno probabilmente perché non hanno il carico di altre patologie che possono aggravare il quadro clinico come accade negli anziani. Per fare un esempio: la bronchiolite si risolve spesso senza complicazioni nei primi due anni del neonato mentre negli adulti il quadro clinico respiratorio può diventare severo e quindi pericoloso. In un certo senso il Coronavirus sembra agire in modo simile ma ancora non abbiamo sviluppato gli studi definitivi che possano supportare le ipotesi». E allora perché l’isolamento è utile anche per i bambini? «È necessario che anche i più piccoli utilizzino le stesse precauzioni delle altre persone. Prima di tutto perché, essendo un virus nuovo, non sappiamo come potrà evolversi e poi perché i giovani, essendo sostanzialmente asintomatici, potrebbero diffondere l’infezione in maniera inconsapevole causando danni potenziali ai più deboli. E questo è anche uno dei motivi per cui le scuole sono state chiuse, per evitare cioè che questi luoghi potessero diventare dei focolai in quanto frequentati da molti bambini che, per necessità di studio, dovevano stare a contatto con i più grandi». Oltre alla scuole, meglio stare alla larga anche dai nonni, i più esposti all’epidemia? «In questo momento sarebbe opportuno che i bambini stiano lontani dagli anziani, soprattutto quelli a rischio che devono convivere con altre malattie. Per ora limitiamoci a far vedere i parenti solo con una videochiamata o per telefono, non è indispensabile andare a casa. Se, invece, gli incontri sono per motivi di forza maggiore, imponiamo a tutti, anche ai piccoli, di lavarsi le mani e di stare a distanza di sicurezza. Ma, ribadisco, meglio evitare le visite». E le donne in gravidanza rischiano di passare il virus al bambino? «Non c’è nessuna certezza della trasmissione della donna al feto né durante la gestazione, né durante il parto. Semmai il rischio maggiore è che si possa venire contagiati subito dopo la nascita per il contatto con persone positive. Quindi, anche stavolta, il consiglio è di fare attenzione e di seguire scrupolosamente le direttive sanitarie». Qual è la situazione all’Ospedale dei Bambini di Palermo? «Il protocollo prevede che il primo controllo si faccia nella tenda del pre-triage posta all’esterno. Se il soggetto visitato dal nostro personale non presenta i sintomi tipici viene rimandato a casa o è dirottato in un altro reparto in caso di altre patologie che niente hanno a che fare con il Covid-19. Se invece, in presenza di difficoltà respiratorie e di febbre emergono dubbi, allora il bambino viene sottoposto al tampone e, in attesa dei risultati, resta in osservazione nel reparto di Malattie Infettive dove ci sono sei posti in isolamento con stanze singole. Ma, per fortuna, finora non le abbiamo utilizzate per questa situazione perché non abbiamo ancora avuto bambini positivi». Temete un forte afflusso nell’eventualità di un picco dei contagi? «No, almeno se il quadro epidemiologico rimane invariato. In ogni caso il nostro sistema ha funzionato bene. Puntiamo su ricoveri che durino poco e su dimissioni veloci perfino di domenica, in modo da lasciare sempre spazi liberi. Oltre a Malattie Infettive ci sono otto posti di rianimazione per i più gravi ma bisogna considerare che la nostra terapia intensiva pediatrica è l’unica della Sicilia occidentale e deve servire per tutti gli ammalati, non solo per il Coronavirus».