L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sull’imprevisto capitato ad una coppia palermitana, che aveva deciso di prenotare un soggiorno a New York tra il 25 aprile e il 1 maggio. L’agenzia alla quale i due avevano già versato 2.500 euro per il pacchetto ha comunicato loro che la partenza sarebbe saltata per via dell’emergenza COVID-19. Solo che quando la coppia ha chiesto il rimborso della somma già pagata per il viaggio, l’agenzia ha risposto che non ne aveva diritto. Gli avvocati hanno chiesto la restituzione della somma ai propri assistiti. Sono due le opzioni in questa fase di emergenza: il tour operator o l’agenzia liquidano un voucher equivalente al denaro già versato oppure il rimborso delle somme già pagate. Secondo Astoi, infatti, il diritto di scegliere con quale modalità ristorare i clienti che non possono partire spetterebbe solo a tour operator ed agenzie di viaggi. Dunque, il cittadino non può chiedere il rimborso se chi gli
ha venduto il pacchetto vuole invece liquidargli un voucher.