L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sull’emergenza Coronavirus in Sicilia. Aumenta di quasi il doppio, in Sicilia, la crescita epidemica del Coronavirus, con 138 nuovi ammalati rispetto ai 78 in più confermati tra venerdì e sabato scorso, ma cresce anche il numero dei deceduti, con altri quattro casi registrati nelle ultime ore che portano a 12 il totale delle vittime. Sabato notte sono morti un 84enne ricoverato all’ospedale Garibaldi di Catania e una donna di 86 anni in degenza all’Umberto I di Enna. Risalgono a ieri, invece, gli altri due decessi: un 88enne ricoverato da oltre un mese al Giovanni Paolo II di Sciacca, trovato positivo al Covid-19 dopo il contagio di un dottore in servizio nel reparto Medicina dello stesso nosocomio, e un altro saccense, di 77 anni, morto in terapia intensiva al Gravina di Caltagirone. Tutti e quattro i pazienti erano affetti da gravi patologie pregresse. Nel bollettino regionale dell’emergenza, diffuso nel primo pomeriggio di ieri, risultano ancora otto persone decedute mentre balza da 458 a 596 il totale degli ammalati: 225 in provincia di Catania, 108 a Messina, 81 a Palermo, 48 a Siracusa, 39 ad Agrigento, 32 a Trapani, 29 a Enna, 26 a Caltanissetta e otto a Ragusa. Tra i pazienti, 275 sono ancora ricoverati di cui 55 in terapia intensiva: 106 a Catania, 57 a Messina, 37 a Palermo, 21 a Siracusa, 19 a Enna, 15 a Caltanissetta, 13 a Trapani, sei a Ragusa e uno ad Agrigento, mentre in 321 si trovano in isolamento domiciliare, 26 persone sono ormai guarite ed è salito a 630 il numero di tamponi risultati positivi dall’inizio dei controlli nell’Isola. A preoccupare è anche il Messinese, in particolare la città dello Stretto, dove sono saliti a 22 gli anziani contagiati nella casa di riposo in cui, giorni fa, era risultata positiva al virus una 90enne, mentre dopo i casi del Centro Neurolesi un’altra infezione si è registrata alla clinica ortopedica Cristo Re. Ieri sera, sempre a Messina, il presidente della Regione Nello Musumeci ha incontrato in prefettura il sindaco De Luca, le forze dell’ordine e le aziende sanitarie peloritane per fare il punto sul piano straordinario creato ad hoc per l’area, che prevede oltre 110 posti di terapia intensiva distribuiti su vari presidi ospedalieri. Poco prima, il presidente dell’Ordine dei medici di Messina, Giacomo Caudo, riferendosi probabilmente ai colleghi risultati positivi al virus dopo una vacanza in Trentino, annunciava massima intransigenza «nei confronti degli iscritti coinvolti nelle presunte vicende legate a ipotetici focolai di Coronavirus o in merito al mancato rispetto di norme, anche deontologiche, in occasione dell’emergenza», ma accertando le responsabilità «prima di infliggere qualunque tipo di sanzione».