L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulla possibile scarcerazione di circa 3.000 detenuti con meno di 18 mesi di pena, per scontare ai domiciliari il residuo di condanna, secondo quanto previsto dal decreto Cura Italia. Insorgono le opposizioni, Lega in testa: «è un indulto mascherato che premia i rivoltosi». Contrari anche i sindacati di polizia, che parlano di «rabbia e voglia di dimissioni» tra gli agenti penitenziari. Mentre alcuni magistrati segnalano il problema tecnico di dove mandare i detenuti senza casa. La polemica scoppia proprio nel giorno arriva la notizia dei primi casi di detenuti positivi al Coronavirus: sono in tutto 10 dall’inizio dell’emergenza, da sapere il Dap, confermando che uno di loro è un detenuto del carcere di Voghera ed è ora ricoverato nell’ospedale della stessa cittadina, mentre i suoi compagni di cella sono stati posti in quarantena, come prevedono le disposizioni. Solo due dei reclusi positivi sono in isolamento in carcere, «all’interno di apposite camere di pernottamento, singole e dotate di bagno autonomo, poste in sezioni isolate dal resto della popolazione detenuta», gli altri sono tutti ricoverati in ospedale. Si tratta comunque di «episodi isolati e non risultano contagi provocati da queste positività». Se la pena è superiore a 6 mesi sarà applicato il braccialetto elettronico. Sono esclusi dal beneficio – in vigore fino al prossimo 30 giugno – «delinquenti abituali, professionali o per tendenza», quelli coinvolti nelle rivolte dei giorni scorsi, i condannati per stalking e reati gravi. Estese fino al 30 giugno le licenze a chi si trova in regime di semilibertà. Dopo le rivolte dei giorni scorsi che hanno provocato ben 13 morti, una settantina di evasi- tornati tutti in carcere ad eccezione di 3 ancora in fuga- ed ingenti danni alle strutture, il provvedimento punta ad alleggerire il sovraffollamento degli istituti ma scatena forti polemiche. Il leader della Lega, Matteo Salvini, promette: «su amnistie mascherate o svuota carceri mascherate mai ci sarà il consenso della Lega». Il senatore Maurizio Gasparri (Fi), parla di «scelta molto grave, soprattutto dopo le rivolte in atto». Da parte loro, i poliziotti sono sul piede di guerra. I detenuti, accusa Federico Pilagatti del Sappe, «iniziano a monetizzare il premio per aver distrutto tante carceri». Per il Sap, che dà la notizia di 15 agenti carcerari positivi al Coronavirus, il Cura Italia «legittima le rivolte».