L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sull’arrivo del Coronavirus a Palermo. L’albergo di via Stabile è stato trasformato in un’area d’emergenza e gli ospiti sono stati costretti a una fuga forzata, alla ricerca di altre sistemazioni. Gli ospiti bergamaschi rimangono nelle loro stanze, un isolamento al quale sono costretti anche il marito della donna trasportata all’ospedale Cervello e l’altro visitatore risultato positivo al test. Alla procedura dei tamponi è stato sottoposto ieri pomeriggio anche il personale dell’albergo di via Stabile. Diversi dipendenti si sono radunati all’ingresso in attesa di compiere le visite. Alcuni di loro, tra l’altro, sono entrati in contatto diretto con i tre colpiti dal Coronavirus. «La direzione e il personale hanno immediatamente applicato i protocolli ufficiali coinvolgendo le autorità mediche locali nel totale rispetto delle indicazioni del Ministero della Salute – ha spiegato il direttore e manager dell’hotel Mercure, Andrea Stancato -. Siamo in costante contatto con le autorità sanitarie. Tutto il personale dell’hotel è stato prontamente informato e sono state applicate le linee guida del protocollo ufficiale per la sicurezza di tutti i dipendenti e collaboratori della struttura. Il Gruppo Accor, a livello globale, ha adottato le linee guida ufficiali emesse dall’Oms e tutte le strutture sono state adeguatamente e tempestivamente informate e istruite in merito ai protocolli da adottare inviando costanti aggiornamenti. Tutti i componenti del gruppo si trovano nelle loro camere e il personale è stato istruito su come rispondere alle loro necessità». Nel frattempo è stato organizzato il lavoro per tentare di contattare gli altri ospiti e provare a trovare loro un’altra sistemazione. Un’attività nella quale non sono mancati momenti di tensione e, a tratti, parole dure anche perché il momento è particolarmente complicato. «Non abbiamo paura, ma notiamo che c’è molta confusione. Noi veniamo da Mestre, siamo arrivati a Palermo domenica. In albergo ci hanno detto che dovevamo andare via e cercare un altra sistemazione perché qui potevano rimanere solo gli ospiti sottoposti a controllo», raccontano due turisti veneziani che erano ospiti dell’hotel Mercure. «Nessuno ci ha fatto il tampone – hanno aggiunto – e ora siamo come delle schegge impazzite che girano per la città non sapendo nemmeno se sono positive al virus. Venerdì torneremo in Veneto dove non sappiamo cosa troveremo». Due coppie di turisti spagnoli hanno lasciato l’hotel, così come previsto dal loro programma di viaggio, dicendo che «non sono stati avvertiti del caso di Coronavirus e di aver letto la notizia sui siti». «Siamo tranquilli – ha detto uno di loro mentre la moglie fotografava i giornalisti davanti l’hotel – anche nell’albergo è tutto a posto e scorre nella normalità». Un’altra turista della provincia di Como ha detto che «in hotel sono stati gentilissimi e ci hanno informati del presunto caso di Coronavirus. In reception ci hanno dirottato verso un’altra struttura anche se non ci dovrebbero essere problemi qui perché il resto delle persone presenti in hotel al momento si trovano dentro le loro stanze». Ma il rischio del contagio viene vissuto con timore da molti, a cominciare dagli impiegati dell’albergo. In città sono in tanti a chiedersi con chi il gruppo bergamasco si sia intrattenuto nei giorni di vacanza in città, quali mezzi abbia preso, quali monumenti, bar e ristoranti abbia frequentato.