L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla campagna vaccinale.
Non sono tutti no vax irriducibili. Ma quando mancano 20 giorni alla fine di settembre, data entro la quale secondo il governo dovrebbe essere immunizzato l’80% della popolazione con più di 12 anni, ci sono ancora oltre dieci milioni di italiani che non hanno fatto neanche una dose di vaccino e non hanno alcuna protezione contro il Covid. Le prossime due settimane saranno dunque cruciali per il governo per cercare di recuperarne il più possibile.
Ci sono, ad esempio, 1,7 milioni di ragazzi tra i 12 e i 19 anni che non hanno fatto la prima dose ma in questa fascia d’età le somministrazioni procedono senza intoppi, visto che nell’ultima settimana sono quasi 200mila quelli che si sono presentati negli hub, oltre 125mila tra i 12 e i 15 anni e oltre 73mila tra i 16 e i 19. È probabile dunque che nelle prossime settimane il numero si assottigli in maniera considerevole. E anche nella fascia tra 20 e 49 anni, dove sono più di 5 milioni coloro che non hanno al[1]cuna protezione contro il Covid, il numero dovrebbe ridursi sensibilmente, se non altro come conseguenza dell’ulteriore estensione del green pass già annunciata dal governo a tutta una serie di attività lavorative, dal pubblico a ristoranti, palestre, piscine, treni, aerei e navi a lunga percorrenza. Discorso diverso, invece, per gli over 50, i soggetti più a rischio e quelli per i quali le vaccinazioni sono partite prima: sono 3,5 milioni gli italiani che non hanno fatto alcuna dose. E se i numeri sono ridotti tra gli over 80 (poco più di 250mila) e tra i 70 e i 79 anni (quasi 550mila), ci sono quasi un milione di 60enni e poco meno di 1,8 milioni di 50enni scoperti. Soggetti che difficilmente saranno recuperati come dimostra l’andamento delle somministrazioni: negli ultimi 7 giorni si sono vaccinati con la prima dose 82mila persone tra i 50 e i 59 anni e altre 40mila tra i 60 e i 69.
Lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza sottolinea che «non c’è un numero magico» da raggiungere ma allo stesso tempo ribadisce che il governo valuterà una serie di fattori– la percentuale dei vaccinati, l’effetto della riapertura delle scuole e della ripresa delle attività, il quadro delle varianti – e sulla base di quelli prenderà le sue decisioni «nell’interesse esclusivo del paese. La nostra linea è molto chiara e molto netta andremo avanti con il green pass e se sarà necessario valuteremo l’obbligo».