L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sul calciomercato del Trapani. Nel frattempo è già iniziato il toto giocatori in partenza dal Trapani. Con le valigie chiuse è l’attaccante Mbala Nzola, messo fuori rosa da Castori. Potrebbe lasciare i granata anche il portiere Andrea Dini, sacrificato a favore del giovane portiere di proprietà dell’Atlanta, Marco Carnesecchi. Altro nome in uscita potrebbe essere Cristian Cauz e con lui Alessandro Minelli e Francesco Golfo, ma sul mercato c’è anche Giacomo Tulli, quest’ultimo sembra adattarsi poco al calcio giocato di Castori (un 3-5-2 che in fase difensiva diventa un 5-3-2). Tentazioni potrebbero arrivare anche per Corapi e Scaglia, anche loro potrebbero fare fatica a trovare posto nel progetto tattico del tecnico chiamato a sostituire Baldini per l’impresa salvezza. Al Trapani serve un difensore centrale di esperienza, anche per ribaltare il primato in negativo di peggiore difesa del campionato. Rumors ci sono anche su Stefano Pettinari, al momento capocannoniere dei granata con sette gol. Fioccano i nomi di possibili rinforzi e si tratta di giocatori che Castori conosce bene a cominciare dall’esterno di centrocampo Tomas Kupisz del Bari, fino a Coulibaly (centrocampista dall’Entella), Dalmonte (attaccante del Lugano, ma di proprietà del Genoa), Rizzo (centrocampista del Catania, su di lui anche il Cosenza) e a Muratore (anche lui centrocampista in forza alla Juventus). Sembrano al momento insanabili i dissidi tra il presidente Giorgio Heller e il patron Fabio Petroni. Contrasti sorti a causa delle «maggiori spese sostenute dalla società negli ultimi due mesi e non preventivate». Il presidente Heller aveva chiesto nell’ultimo cda ad Alivision se era in grado di onorare le spese che ammontano a un milione e cento mila euro e che riguardano la sostituzione del ds, dell’allenatore, e gli svincolati. A questo bisogna aggiungere la richiesta fatta da Nember di un ulteriore milione per il mercato (Petroni avrebbe chiesto un mercato a costo zero). Insomma Heller, a cui Petroni avrebbe chiesto di fare un passo indietro, non ne vuole sentire di lasciare la presidenza, perché «ci vuole una giusta motivazione». Ora si attende il prossimo cda.