Gds: “Il Piano del governo post emergenza”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul piano del governo post emergenza.

Le competenze “spacchettate” e redistribuite a ministeri e Regioni, un elenco dettagliato di tutte le misure in vigore per capire se e quali prorogare, dallo smartworking al Green pass fino all’obbligo delle mascherine al chiuso, l’eventuale coinvolgimento della Protezione civile al posto della struttura del generale Francesco Figliuolo.

In vista del 31 marzo, quando scadrà lo stato di emergenza decretato oltre due anni fa, il governo ha iniziato a mettere mano a quella che sarà la gestione del “post emergenza” Covid. Una decisione non è ancora stata presa e lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza ha già detto che «ogni valutazione è prematura», rimandando la scelta definitiva all’approssimarsi della scadenza, ma l’orientamento prevalente nel governo è quello di non prorogarlo.

Se i dati confermeranno il trend delle ultime settimane, dunque, la decisione che il governo dovrà prendere si sposterà su come ridistribuire le competenze e su quali misure mantenere in regime ordinario. Un discorso che l’esecutivo ha aperto già con il decreto con cui ha prorogato lo stato d’emergenza, quello della vigilia di Natale: all’articolo 1 è scritto che «il capo del Dipartimento della protezione civile e il commissario straordinario per l’emergenza adottano anche ordinanze finalizzate alla programmazione della prosecuzione in via ordinaria delle attività necessarie al contrasto e al contenimento del fenomeno epidemiologico da Covid-19».

Figliuolo e Fabrizio Curcio dovranno dunque predisporre gli interventi per il ritorno alla normalità. In concreto significa che alcune competenze, come la gestione dell’acquisto dei vaccini, resteranno in capo al ministero della Salute, al quale dovrebbe finire anche tutto ciò che riguarda gli acquisti di farmaci per la lotta al virus. Partita, quest’ultima, che però potrebbe riguardare anche le Regioni, alle quali dovrebbero invece tornate tutte le competenze su ciò che riguarda la campagna vaccinale e gli eventuali richiami, con un graduale passaggio della gestione dai grandi hub ai medici di famiglia, ai pediatri e agli ospedali.