L’edizione odierna de Il Giornale di Sicilia si sofferma sul Palermo che va a passo molto lento e sui Tifosi che iniziano a spazientirsi.
I segnali di malcontento si stanno diffondendo rapidamente, e con due partite casalinghe imminenti, il rischio di contestazioni, se non si inverte la rotta, è concreto: 17 punti in 13 partite non sono ciò che il Palermo si aspettava, soprattutto dopo l’avvio del nuovo corso Dionisi-De Sanctis in estate. L’obiettivo era migliorare il sesto posto, ma al momento tutti gli indicatori sono peggiori rispetto alla stagione 2023/24: sia l’allenatore che il direttore sportivo hanno le loro responsabilità, ma anche tra i giocatori non si nota alcun salto di qualità.
La promozione diretta sembra ormai un miraggio: Pisa e Sassuolo hanno preso il largo, rispettivamente a +13 e +11 dai rosanero, e nemmeno la qualificazione ai play-off appare sicura. La forza economica e le ambizioni del City Football Group da sole non bastano per un campionato di vertice, soprattutto quando, contro le squadre di bassa classifica, si riesce a raccogliere appena un punto. Il ciclo di partite prima della terza sosta avrebbe dovuto far decollare la squadra, invece ha confermato le difficoltà di un Palermo senza né capo né coda: contro Modena, Reggiana, Mantova, Cittadella e Frosinone, tutte posizionate stabilmente nella parte bassa della classifica, sono arrivati appena 6 punti, che si aggiungono ai 4 delle prime quattro giornate e ai 7 dalla quinta all’ottava. La missione di mandare un segnale alla concorrenza è fallita: se la svolta non arriverà entro la fine del 2024, il rischio è che la seconda metà della stagione serva solo a pianificare il 2025/26.
Di fronte alle difficoltà attuali, sembra quasi surreale ricordare come a novembre 2023, dopo 13 giornate, il Palermo fosse stato oggetto di una delle contestazioni più dure dell’era City dopo la sconfitta con il Cittadella, tra applausi ironici del pubblico e cori contro Corini. In quel momento i rosanero erano terzi con 23 punti, mentre oggi sono sesti con 17. Ma a colpire è la vicinanza con le zone calde della classifica: un anno fa il penultimo posto era a -16, ora è solo a -5. In dodici mesi ci sono stati due cambi in panchina e molte operazioni di mercato per migliorare la squadra, ma il Palermo è riuscito a fare peggio sia in termini di gol segnati (18 a 13) sia di reti subite (10 allora, 11 ora). A tutto questo si aggiungono l’incapacità di centrare due vittorie di fila, le sei gare senza segnare in Serie B e il pesante 5-0 subito a Napoli in Coppa Italia, giustificato con l’idea che la competizione non fosse un reale obiettivo.
Il problema è che le energie risparmiate in Coppa non si vedono in campionato. Dopo i risultati deludenti con Cittadella e Frosinone, Dionisi ha sottolineato che i rosanero creano molto ma concretizzano poco, ma alla squadra sembra mancare un piano B quando le cose si mettono male. A Modena il Palermo ha sprecato due gol di vantaggio, a Mantova ha lasciato il primo tempo agli avversari, e contro il Cittadella ha tirato 20 volte senza segnare. Intanto, Pisa e Sassuolo ringraziano, consapevoli che nella rincorsa alla promozione c’è una concorrente in meno.