Gds: “Il Palermo riparte da quell’abbraccio”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo che riparte dall’abbraccio a Corini contro il Pisa.
Parola d’ordine: ripartire da un abbraccio. Da quell’abbraccio tra i calciatori rosa e Corini dopo il gol di Segre contro il Pisa, che ha trasmesso all’esterno il messaggio che il Palermo è ancora una squadra. Se non sotto l’aspetto tattico almeno per quanto riguarda i rapporti interni, l’armonia che sottintende a qualsiasi impresa sportiva. Ogni piccolo segnale, appunto quell’abbraccio dopo le voci di forti tensioni nello spogliatoio, può servire per credere in un obiettivo ancora alla portata.
Nonostante la flessione e le quattro sconfitte interne (solo le due ultime in classifica hanno fatto peggio) ogni traguardo è ancora possibile: il primo posto è a sette punti e il Como terzo in classifica che oggi ospiterà il Palermo è a soli tre punti. Ma quel che fa coraggio è anche un altro segnale: sembra che Eugenio Corini abbia preso coscienza che qualcosa va fatto per migliorare il gioco della sua squadra. Lo ricaviamo dalle dichiarazioni dopo la vittoria sul Pisa. Non più miopi e tronfie come dopo altre vittorie risicate, ma finalmente realiste.
Cosa che è stata gradita al popolo rosanero, stanco della solita tiritera. Solo guardando in faccia la realtà è possibile modificarla. Riuscirà Eugenio Corini nell’ultima trasferta dell’anno a modificare la realtà di una squadra senza gioco su un campo difficile e contro un avversario ambizioso? Vedremo, aspettiamo con fiducia gli effetti di quell’abbraccio e di questa nuova consapevolezza. Aspettiamo che il Palermo riesca a imbrigliare una squadra priva di giocatori impor tanti come il centrocampista Kone, gli esterni Ioannou e Kerrigan, una squadra che la scorsa settimana a Brescia ha conosciuto la prima sconfitta del ciclo Fabregas giocando tuttavia una buona gara.
Una bella storia. Una partita che vale «doppio» contro una diretta avversaria per la promozione che il Palermo giocherà senza mezza difesa titolare. E si dovrà puntare, ancora una volta sulle individualità, sul contropiede, e – come è già accaduto cinque volte (contri Bari, Reggiana, Modena, Ternana e Pisa) –sulla possibilità di giocare con un uomo in più. Può non piacere ma la realtà è questa, tutto è ancora possibile ma il Palermo deve trovare un modo comune di fare calcio. Come una vera squadra. A Como, contro un avversario forte ma anche tatticamente vulnerabile perché proiettato in avanti, capiremo che valore ha avuto quell’abbraccio.