Gds: “Il Palermo resta una polveriera. Di Piazza versa i soldi e attacca «Mi ha invitato a non esternare, poi mi mette in cattiva luce senza che io sia presente. Caduta di stile»”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Tony Di Piazza in risposta alle esternazioni di Mirri. «Non è mia intenzione far polemica con nessuno-esordisce l’immobiliarista – ma non è possibile dare una rappresentazione distorta dei fatti, peraltro senza alcun contraddittorio. Il bonifico l’ho disposto il 9 giugno immediatamente dopo il chiarimento di un punto relativo proprio a tale questione. Paparesta? Mirri, nel riferire che il suo incarico doveva essere limitato all’analisi della contabilità ed al controllo di gestione, dimentica che aveva concordato ben altre deleghe, comunicate anche pubblicamente. Rivesto la carica di amministratore – scrive Di Piazza- al pari di Mirri e Sagramola; vorrei ricordare a tutti che amministrare una società espone a notevoli responsabilità giuridiche». Riguardo alle dimissioni da vicepresidente, che avrebbe voluto ritirare «su sollecitazione di molti tifosi e per cercare di sanare le ferite che si erano aperte», la riconciliazione «è stata seccamente rifiutata dai diretti interessati. Premio promozione? Non c’è stato nessun voto sul punto perché avevo chiesto solo di poter discutere l’opportunità di corrispondere interamente i premi approvati prima dell’emergenza Covid-19, richiesta peraltro, da quanto appreso dai media, accettata dai calciatori, e gli altri due consiglieri hanno votato contro». Tacopina? «Pur non comprendendo le motivazioni che possono spingere un socio di maggioranza, che ribadisce di non voler vendere le quote, a raggiungere Roma per incontrare un avvocato che riferiva di avere un mandato
per acquisire la squadra, specifico che Mirri mi riferiva di aver incontrato un avvocato italiano che rappresentava Tacopina. Riferivo di essere in contatto con Tacopina per motivi estranei al Palermo. Incontravo successivamente Tacopina che mi riferiva che Mirri e Sagramola si erano fermati a discutere con il suo rappresentante per oltre un’ora e non per cinque minuti». Italplaza? «Mi meraviglio che Mirri non sappia con certezza che è una società interamente riferibile a me perché non c’è bisogno di fare indagini ulteriori, dal momento che attraverso i miei legali ho condiviso la documentazione che lo attesta. Mirri nel corso dell’ultima assemblea aveva giustamente invitato tutti i soci ed amministratori ad astenersi dall’esternare le questioni interne ai soci, ma poi pensa bene di mettere in cattiva luce il suo socio, peraltro assente. A proposito di coerenza e di stile…».