Gds: “Il Palermo e il volo da incubo: quando nel 2005 si rischiò grosso a Cipro nella prima trasferta europea”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla disavventura del Palermo in occasione della partenza verso Ascoli e attraverso un pezzo a firma Luigi Butera ricorda un episodio analogo accaduto nel 2005.
Era settembre, e anche quella volta si viaggiava in charter. Giorni storici peri il Palermo: per la prima volta andava a giocare una partita all’estero in Coppa Uefa. E può sembrare strano se si pensa dove stava fino a pochi anni prima la squadra rosanero e quello che aveva passato prima di tornare in Serie A, in una sera di maggio del 2004. L’esordio in Europa nel primo turno ad eliminazione diretta, la porta d’ingresso per la fase a gironi. Avversario del Palermo? L’Anorthosis Famagosta. Andata il 15 settembre al Barbera e vittoria risicata del Palermo (2-1). In campo anche Corini che segnò su punizione. Ritorno due settimane dopo a Cipro, a Nicosia. Vigilia frenetica. Per il Palermo che non aveva mai giocato una partita così importante tanto lontano da casa. E per chi era al seguito (pochi tifosi e una truppa di giornalisti locali ingrossata dagli inviati dei quotidiani sportivi nazionali) che l’isola di Cipro l’avevano studiata (forse) solo nell’ora di geografia a scuola. Il giorno prima della partita, viaggio di andata con la squadra su un charter Wind Jet, compagnia di proprietà del… nemico. Ovvero, Pulvirenti che era il presidente del Catania. Partenza di buon mattino, arrivo dopo quasi quattro ore a Nicosia.
Sistemazione all’Hilton (prezzi modici, non era più alta stagione…), sole e caldo più di Palermo. Nel pomeriggio le conferenze stampa, poi al lavoro fino ad ora di cena. L’indomani la visita alla città, l’unica ancora divisa da un muro con tanto di check-point e timbro sul passaporto per passare da una parte all’altra. A sera, finalmente, la partita e un 4-0 del Palermo (doppio Makinwa, Caracciolo e Santana) che schiantò i ciprioti e si regalò l’accesso alla fase a gironi della Coppa. Dopo le interviste e i pezzi consegnati ai giornali, tutti su un pullman per imbarcarsi nuovamente sul charter Wind Jet insieme alla squadra. Poco dopo mezzanotte, portelloni chiusi, rullaggio e un botto assordante. Aereo fermo, giocatori del Palermo attoniti, accompagnatori anche. «Abbiamo avuto un problema al motore», l’annuncio con nonchalance del comandante. E via con il segno della croce! Dopo un’oretta, il secondo annuncio: «Cambiamo il pezzo e ripartiamo». Sguardi ancora più spaesati fra i rosanero. «Noi con questo aereo a Palermo non ci torniamo», il coro all’unisono. Tutti giù, ritorno in aeroporto e ricerca affannosa di un hotel in cui passare la notte. Poi, il coup de théatre. In pista c’è un altro charter con i tifosi, mezzo vuoto, pronto al decollo a cui la torre di controllo dà l’alt per permettere a squadra e giornalisti di tornare a casa. Per cortesia fu chiesto ai tifosi di spostarsi nelle file posteriori, acconsentirono ma in serbo ave-vano la «vendetta». Partenza intorno alle 2, viaggio di quasi quattro ore con sotto-fondo musicale (tutto il volo!) a cura degli ultrà. Alle 6 del mattino del 30 settembre, l’arrivo a Palermo.