L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo che sta andando a rallentatore in classifica.
Meglio due feriti che un morto, recita un proverbio adattabile anche al calcio: il Palermo visto nell’ultimo mese ha recitato per quattro volte la parte del ferito e una sola quella del morto, ma mai quella dell’assassino e nella testa di squadra e tifosi la lacuna di vittorie si inizia a sentire, Ad accrescere la frustrazione per un successo che non arriva il fatto che i rosa abbiano sempre offerto prestazioni di carattere e livello, fatta eccezione per la prima ora con la Ternana: è chiaro però che nel calcio quello che più conta è fare un gol in più dell’avversario e il Palermo non ci riesce ormai dal 2-1 alla Reggina del 5 febbraio.
A Pisa il successo è stato assaporato per 85 minuti, prima che la perla di Sibilli rendesse il boccone amaro: battere una diretta concorrente per i playoff avrebbe data un’iniezione di fiducia importante in vista del finale di stagione ma, come ha sottolineato Corini, si diventa grandi anche se in questo tipo di partite non arriva la vittoria. Il suo Palermo sembrava una squadra lontanissima da quella che martedì è rimasta imbrigliata al Barbera dagli uomini di Lucarelli: in Toscana ha ritrovato filtro a centrocampo, rapidità nei movimenti e solidità difensiva, ma non è bastato per tornare in Sicilia con tre punti. Un leitmotiv già visto anche nella sconfitta di Genova (unica nelle ultime 15 partite) enei pareggi con Frosinone e Sudtirol: i rosa hanno messo in campo qualcosa in più degli avversari per un’ampia porzione di gara, ma non a sufficienza per batterli.