L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” mette in risalto l’esordio di Bubacarr Marong.
Il suo sogno è stato realizzato grazie a due persone: Salvatore Tedesco e Paolo Calafiore, i primi ad aver accolto Buba in Sicilia, dopo un viaggio arduo che l’ha portato dal Gambia a Palermo, attraverso il deserto e l’inferno della Libia.
La sua prima tappa, nel 2016, l’Hotel Azzolini, un centro di accoglienza per minori a Villagrazia di Carini, dove ha trovato il più grande dei fratelli Tedesco: «Lavoravo in questa struttura – ricorda – e c’era un campetto di tennis, un po’ abbandonato a dir la verità ma lo abbiamo trasformato in un campo di calcetto, in cemento. I ragazzi presenti, ovviamente, volevano giocare. Buba era uno dei migliori, si vedeva che avesse qualcosa di diverso».
«Lo portai da mio fratello Giacomo – prosegue Tedesco – ma solo per farlo allenare, perché non poteva essere tesserato. Poi venne con me al Ribolla, ne ha fatti di sacrifici. È un ragazzo eccezionale, la gente non ha idea di cosa abbia dovuto passare per arrivare in Libia, lavorando notte e giorno con il papà morto. Ricordo ancora quando è arrivato, sono cose che restano dentro».