Gds: “Il governo decide nuove misure: niente attività nei luoghi aperti. Chiusura dei negozi, Conte frena”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia”, parla delle nuove misure del Governo per contrastare il Coronavirus. Nel giorno più duro dall’inizio dell’emergenza, con 627 nuove vittime in 24 ore, il governo dà un ulteriore giro di vite alle misure restrittive adottate ormai due settimane fa in tutta Italia per tentare di contenere la diffusione del Coronavirus: chiusi da oggi parchi, ville storiche, aree giochi per bambini e giardini pubblici, sport consentito ma solo vicino casa, stop a qualsiasi attività ludica e ricreativa all’aperto. È il bollettino di guerra quotidiano ad aver impresso un’accelerazione alle scelte dell’esecutivo, che avrebbe voluto attendere almeno il week end – domenica scadono infatti le due settimane indicate dagli scienziati per vedere se i provvedimenti adottati abbiano prodotto gli effetti sperati – prima di intervenire di nuovo.. E c’è poi una valutazione «politica« che ha pesato sulle decisioni: diverse Regioni si erano mosse e continuano a muoversi autonomamente, predisponendo misure in ordine sparso. Una confusione che non aiuta certo in un momento già complesso. Lo ha sottolineato anche il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia annunciando che è online il bando per reclutare 300 medici da mandare nelle regioni più colpite e che già diverse decine hanno dato la loro disponibilità: «Le ordinanze, se non sono omogeneizzate con le indicazioni dello Stato, non vanno fatte. Bisogna aspettare il governo, che dal primo momento sta lavorando per omogeneizzare sempre più le misure». Oltre alla chiusura di parchi e giardini – si legge -, e alle limitazioni all’attività motoria – consentita «individualmente e in prossimità della propria abitazione, rispettando comunque la distanza di un metro da ogni altra persona» – punta ad evitare che i cittadini nei fine settimana o in vista di Pasqua si spostino verso le seconde case: «Nei giorni festivi e prefestivi, e in quelli che li precedono o li seguono, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale», comprese le case vacanza. Nella nuova stretta non rientra invece una riduzione dell’orario dei supermercati o la chiusura di quelli nei centri commerciali, ipotizzata in un primo momento e criticata da Matteo Renzi. Si è valutato che chiudere negozi di prima necessità o ridurne l’orario avrebbe provocato maggiori assembramenti durante gli altri giorni e, quindi, avrebbe avuto un effetto controproducente. Verranno invece chiusi i negozi di alimenti e bevande in stazioni e porti e nelle aree di servizio ad eccezione di quelle sulle autostrade. Il governo non ha invece previsto per il momento un inasprimento delle sanzioni per chi viola i divieti, anche se nelle ultime 24 ore sono state denunciate 9.600 persone, il nuovo record dall’entrata in vigore delle misure. Per aumentare le risorse del dl «Cura Italia» servirebbe un altro voto in Parlamento, sarebbe necessario una nuova modifica sullo scostamento del deficit; per questo motivo quindi eventuali modifiche dovranno arrivare a saldi invariati. È questa la posizione del governo illustrata informalmente ai partiti dell’opposizione che sono saliti due giorni fa sulle barricate dopo aver letto il provvedimento dell’esecutivo a sostegno delle categorie colpite dal Coronavirus. Ma dopo l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le forze politiche hanno cominciato ad interloquire. E così Matteo Salvini ha provato a chiamare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Nessuna risposta ma per spirito di collaborazione riproverò», ha spiegato. La volontà del governo è quella di accogliere alcune proposte di Lega, Fdi e Forza Italia ma Salvini propone l’anno bianco fiscale, ovvero la cancellazione delle tasse. Maggioranza e opposizione dialogheranno nella Commissione Bilancio per cercare di approvare il testo in Aula. Verosimilmente sarà più facile trovare le convergenze sul cosiddetto «dl aprile», ovvero sul nuovo decreto che il governo si appresta a varare e che potrà comprendere anche i fondi europei. Un provvedimento che potrebbe andare anche oltre ai 25 miliardi, visto il grido d’allarme lanciato dalle categorie, dalle regioni e dai comuni, con il presidente dell’Anci, Decaro che in una lettera ha paventato il rischio collasso.