L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Santino Nuccio, doppio ex della sfida tra Palermo e Acireale. Ultima partita del 1999 al “Barbera”? «Ricordo che fu una giornata eccezionale – ammette l’ex attaccante rosanero – la prima partita da tecnico davanti a tanta gente che ti vuole bene non è una cosa che capita a tutti». Vent’anni dopo, il Palermo torna ad ospitare gli acesi in campionato e per il doppio ex di giornata non c’è bisogno di fare pronostici. Fino a qualche settimana fa sembrava dovesse essere uno scontro diretto, cosa è successo? «È successo che il Palermo sta giocando un campionato a parte, è riuscito a creare un gruppo di giocatori esperti e ha i migliori giovani della categoria. Se in Serie D hai i giovani bravi, ti fanno la differenza, così come i grandi. Credo che questo torneo i rosa lo vinceranno tranquillamente, al massimo faranno fatica contro le squadre che conoscono bene la categoria. Una di queste può essere l’Acireale, hanno un buon allenatore e una tifoseria che li segue ovunque, questi sono presupposti per puntare ad inserirsi alle spalle del Palermo per il secondo posto». Riavvolgiamo il nastro di vent’anni: 18 aprile 1999, Palermo-Acireale con Nuccio seduto sulla panchina granata. «È stata la mia prima partita da allenatore dell’Acireale, contro il Palermo di Morgia, in Serie C1. In quella partita il Palermo perse due punti pesanti per la promozione in B e un po’mi è dispiaciuto, ma ricordo che per noi Bombardini ha avuto un’occasione colossale e non ha segnato.Ritrovarmi a casa mia è stato emozionante, la gente con me è stata veramente gentile nonostante fossi un avversario. Sono stato accolto dagli applausi di tutti e tutti ancora oggi ricordano che da giocatore ho sempre dato tutto per la maglia. Questo mi fa onore» . Gli stessi applausi ricevuti per la serata delle vecchie glorie. Si aspetta un pubblico simile per questo derby? «Spero di sì, questo Palermo merita di avere tanta gente allo stadio. Domenica ci sarò anche io, è una partita che per me significa tanto. Il Palermo è la storia della mia carriera, il sogno di una vita, ma non posso certo dimenticare gli anni passati ad Acireale, con la promozione in B da giocatore e l’esordio da allenatore. La cosa più bella, oltre a farmi apprezzare come professionista, è stata farmi apprezzare come uomo».