Gds: “Il contratto di cessione ad Arkus si poteva risolvere prima del crac. I dettagli”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma su un retroscena relativo al vecchio Palermo: il contratto di cessione del club ad Arkus Network poteva essere risolto, anche con ampio anticipo rispetto alle scadenze Covisoc. La clausola prevista dal pre-accordo siglato lo scorso 24 aprile recita: «il mancato adempimento da parte del Promittente Acquirente anche di uno solo degli obblighi» previsti porta alla risoluzione «con obbligo di retrocessione immediata delle azioni e quote». Uno di questi obblighi sarebbe venuto meno già a fine maggio. L’inadempimento in questione riguarda la compensazione da 4,4 milioni di euro con la quale Arkus Network avrebbe dovuto riequilibrare la posizione fiscale e tributaria sia del Palermo che di Mepal, «mediante accollo compensativo con altri crediti di imposta». Nell’atto siglato il 3 maggio, quello del definitivo passaggio di proprietà, l’acquirente in effetti consegna alla De Angeli una «attestazione dell’Agenzia delle Entrate del 9 aprile 2019 comprovante un credito Iva pari a 4.117.908,00 euro in favore della Tecnosystem Group Srl», società da cui Arkus avrebbe rilevato suddetto credito, ma il collegio sindacale non si era affatto convinto della legittimità dell’operazione. Il curatore speciale Guerrera, nelle memorie depositate al Tribunale nel corso del procedimento per il commissariamento della società, specifica come «dalla corrispondenza intercorsa alla fine di maggio 2019 con il precedente presidente dell’organo di controllo erano emersi dubbi sulla validità» di quanto messo in atto per compensare i propri debiti tributari con il credito di una società esterna. A fine maggio, presumibilmente giorno 30 (quando venne approvata la trimestrale con un buco da 7 milioni), il collegio sindacale aveva dunque informato la società delle proprie perplessità sulla «triangolazione» effettuata con Tecnosystem. Da contratto, inoltre, la compensazione dei debiti fiscali e tributari andava fatta «nel termine di trenta giorni» dalla sottoscrizione del pre-accordo, firmato il 24 aprile. Ciò significa che la contestazione dell’organo di controllo è arrivata con una scadenza già passata, motivo per cui i dubbi dei sindaci avrebbero potuto indurre la De Angeli a chiedere la retrocessione delle quote. La dirigente amministrativa non ha rilasciato dichiarazioni in merito, specificando però come un’eventuale richiesta di risoluzione contrattuale avrebbe portato ad un contenzioso con tempistiche che comunque non sarebbero state brevi, dunque rendendo vano qualunque tentativo di salvataggio in extremis del Palermo. Non è stato l’unico obbligo mancato da parte di Arkus, che si era impegnata a saldare gli stipendi di marzo, aprile e maggio di tutti i tesserati, con relativi oneri accessori «entro e non oltre il 20 giugno». In quella data non venne disposto alcun pagamento nei confronti di calciatori e tecnici.