L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul no da parte del consiglio comunale al progetto per la realizzazione del tram in via libertà.
In via Libertà il tram resta solo un desiderio. La linea è stata stralciata dal progetto con un voto del Consiglio comunale che modifica l’elenco delle opere pubbliche. La linea A del nuovo progetto del servizio tramviario (stazione centrale via Croce Rossa passando per le vie Roma e Libertà) è stata accantonata, «stralciata» si legge nell’emendamento approvato dalla maggioranza trasversale di Sala delle Lapidi. Facendo crollare, così, l’opera-simbolo della stagione di Leoluca Orlando e rinviandola forse a mai più e assieme a essa anche i 198 milioni già finanziati. Un’altra disfatta per la che fu la maggioranza politica a sostengo del sindaco e che si sgretola provvedimento dopo provvedimento.
«Un atto di irresponsabilità politica – dice a stretto giro il sindaco con la giunta – che produce danni incalcolabili per la città». Un’operazione politica realizzata e progettata da settimane una volontà trasversale che ha anche contestato la narrazione secondo cui questo tipo di decisione rischia di fare perdere l’intero finanziamento, qualcosa come 700 milioni di euro. Il movimento 5 stelle, da sempre contrario ai binari in via Libertà, ha mantenuto il punto, astenendosi: ma certo così non rafforzando l’alleanza giallorossa in costruzione. «Siamo d’accordo nel merito – ha spiegato la grillina Viviana Lo Monaco -, ma il rischio che si compromettano i finanziamenti ci suggerisce di prendere questa posizione».
«Qua nessuno sta buttando via nulla – spiega Ugo Forello, il consigliere che è stato il frontman dell’operazione assieme alla sua collega Giulia Argiroffi -. Semmai qui la politica si riprende il suo ruolo: sostanzialmente stiamo solo accantonando una fetta di progetto da un elenco annuale già morto e sorpassato, quello del 2020. Per per questo che non ci può essere alcun danno erariale». Si allinea anche Fabrizio Ferrandelli: «A questo punto il nostro voto serve ad affidare alla prossima classe politica eletta una discussione serena sul tipo di progetto da portare a termine».