L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sul caos in casa Trapani.
Oggi arriva Gianluca Pellino, ma spunta una nuova manifestazione di interesse. Negata, nel mentre, la possibilità di posticipare la prima giornata per il club granata. Le norme federali prevedono la sconfitta per 3-0 e la penalizzazione di un punto per le squadre che non scenderanno in
campo.
Simone Pillisio, giovane imprenditore lombardo e l’agente Fifa Claudio Anellucci hanno presentato una manifestazione di interesse per il Trapani.
«Ho sottomano la situazione finanziaria- dice Pillisio – sembra disastrosa ma non lo è. Sono debiti gestibili. Ha un importante patrimonio e una buona storia sportiva. Arriviamo per lo step in cui si trova: più basso di così si fa veramente fatica. Detto questo, servono delle risorse e una provvista economica, che abbiamo. Nel frattempo cercheremo di includere il Comitato locale, sappiamo ci sono imprenditori che hanno a cuore le sorti del club. Io sono in società con Anellucci, abbiamo 110 giocatori nel nostro portafoglio. Il nostro progetto è portare dei giocatori di livello Trapani, con passaporto europeo o italiano, due tre sono già pronti nel caso si chiuda la trattativa. Vogliamo strutturare la società, fagli fare il campionato, dargli equilibrio, ricostruirlo. I progetti li facciamo il prossimo anno. Oggi bisogna solo salvarlo.
Il Trapani ha giocatori che hanno un valore, si possono vendere, si ripianano le perdite. Noi portiamo 11 giocatori, argentini, paraguaiani, uruguaiani, a zero, sono nostri, giocano e magari il prossimo anno abbiamo 10/15 milioni di plusvalenze. È un progetto che non tutti possono fare, noi sì.
Non vogliamo venire a Trapani a fare i padroni, vogliamo contestualizzare un discorso dove possono esserci molti protagonisti: il Comitato, il sindaco (con i quali Pillisio ha già parlato, ndr), le società che ci sono attorno. Sono tante le cose da fare, ci vuole la voglia e che Petroni, nonostante abbia fatto una vendita anomala a Pellino che non sa nulla di calcio, si metta a tavolino e ci ceda la società».