Gds: “Gli effetti della guerra in Ucraina. Profughi, in Sicilia ospedali già in allerta”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sugli effetti della Guerra in Ucraina con i profughi in Sicilia.
Nessuno sa ancora con precisione quanti profughi arriveranno in Sicilia dall’Ucraina. Nell’attesa però la Protezione Civile nazionale ha chiesto alla Regione di mettere a disposizione negli ospedali i reparti di pediatria e terapia intensiva neonatale. E poi anche quelli di oncologia e terapia intensiva ordinaria. Dunque le previsioni fatte a Roma indicano che l’emergenza, al di là della generale accoglienza di tutti i profughi, riguarderà soprattutto la grande quantità di donne incinte e/o accompagnate da bimbi ancora piccoli. I report che arrivano dalle linee di confine, soprattutto dalla Polonia e dalla Moldavia, indicano che una quantità enorme di profughi è composta da donne e bambini soli perché i mariti sono rimasti a combattere. La Regione ha in questa fase pochissimi margini. Musumeci ha dato ai prefetti, dunque allo Stato, la disponibilità a mettere a disposizione luoghi per l’accoglienza e ospedali.
Sarà poi Roma a gestire questi posti. Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria l’assessore Ruggero Razza ha spiegato ieri che «la Regione ha messo a disposizione dello Stato tutti i posti letto disponibili nei reparti segnalati come indispensabili. Ciò non vuol dire che tutti saranno utilizzati per i profughi. Noi caricheremo ogni giorno su una piattaforma digitale, si chiama Cross, la disponibilità di quelli di volta in volta liberi e poi Roma smisterà qui o altrove i profughi bisognosi di assistenza». Più o meno alla stessa maniera funzionerà con i posti in alberghi o altre strutture destinate ai profughi che non hanno bisogno di assistenza sanitaria. In particolare da giorni si avanza la candidatura dell’ex cara di Mineo mentre Fratelli d’Italia ha proposto di utilizzare a scopo umanitario i Covid hotel ormai quasi svuotati di pazienti positivi in quarantena. Proprio la questione Covid è una di quelle messe sotto la lente di ingrandimento dal capo della Protezione Civile nazionale. Fabrizio Curcio ha predisposto dei protocolli sanitari che le Regioni dovranno rispettare per l’accoglienza dei profughi. Verranno ufficializzati oggi a ogni governatore ma le bozze sono circolate già ieri. Fino al 31 marzo chiunque arrivi dall’Ucraina deve effettuare un tampone anti-Covid entro 48 ore e nei cinque giorni successivi i profughi staranno in regime di autosorveglianza con obbligo di indossare mascherine FFP2.
Entro cinque giorni dall’ingresso in Italia i profughi dovranno essere vaccinati contro il Covid (a meno che non lo siano già stati) e pure per prevenire altre malattie come difterite, tetano, pertosse e poliomelite. In un periodo successivo alla somministrazione di questi vaccini ai profughi deve essere assicurata anche la vaccinazione anti morbillo, parotite, rosolia. Infine sui profughi va fatto uno screening per la tubercolosi. Musumeci ha confermato ieri di aver «dato disponibilità alla Croce Rossa per fare arrivare farmaci in Ucraina, mentre mettiamo a disposizione in Sicilia un certo numero di posti letto nelle strutture sanitarie, destinati soprattutto ai bambini. Siamo pronti a questo ulteriore gesto di generosità, in una terra che è stata sempre culla di accoglienza. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, nella speranza che questa assurda guerra possa presto concludersi con il buon lavoro della diplomazia».