L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sull’arresto dei fratelli Tuttolomondo.
Ecco un estratto:
“«Io c’ho l’amichetto mezzo criminalotto, no? Mi fanno una sola, io che
faccio, chiamo l’amichetto mezzo criminalotto…» A parlare l’11 novembre
scorso al telefono di sole, di fregature, è Riccardo Tuttolomondo, figlio di
Salvatore e nipote di Walter, arrestati appena una settimana prima per il
crac del Palermo passato alla Arkus e di altre società. Il riferimento, secondo la guardia di finanza, che sta indagando per bancarotta fraudolenta, è a un vecchio credito, appuntano gli investigatori, vantato da Salvatore Tuttolomondo nei confronti del brindisino Edoardo Corrado Caforio, «in occasione della mancata emissione della fidejussione per l’iscrizione del Palermo calcio al campionato di Serie B (stagione 2019-2020)»”.
“«Dici – racconta nell’intercettazione Riccardo Tuttolomondo – “senti zì, a me m’hanno inculato, me li vai a recuperà te i sordi, te do mille euro”… cioè,
dov’è il reato in questo? Che ho chiamato uno che forse può annà a imbruttiglie (guardare con aria minacciosa, ndr ) e io non lo so fa! Questa è la cosa…». Quell’incontro fra Salvatore Tuttolomondo e Caforio si sarebbe dovuto svolgere il 4 novembre ma poi saltò tutto proprio per l’operazione delle fiamme gialle”.