L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla dell’emergenza Coronavirus. Niente accompagnatori per i pazienti ricoverati di Cefalù. La Fondazione Giglio è il primo ospedale, tra quelli in prima linea contro l’epidemia, a decidere un’ulteriore stretta per le visite dei familiari ai degenti dei vari reparti. Dopo averle limitate ad una per familiare, da oggi non sarà più consentito l’accesso ai parenti. Le altre strutture sanitarie della città e della provincia, invece, consentono l’accesso a una sola persona per andare a trovare un malato adottando le linee guida nazionali e la direttiva del 9 marzo scorso dell’assessorato regionale alla Salute. A Cefalù sarà la Fondazione a farsi carico di informare telefonicamente i parenti sul decorso del ricovero e sulle condizioni cliniche dei pazienti. Una volta al giorno, il personale sanitario contatterà chi è stato designato in cartella per aggiornare chi sta a casa. «Sono ulteriori disposizioni che abbiamo voluto adottare – ha detto il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano – per prevenire la diffusione del Covid-19 con l’obiettivo di mettere in sicurezza l’ospedale, gli operatori e gli stessi pazienti». La Fondazione ha anche attivato un pre-triage per chi deve essere sottoposto a ricovero. Prima di accedere nell’edificio i pazienti saranno visitati nella tenda esterna, allestita dinanzi l’ospedale, e dovranno anche compilare un modulo dichiarando, fra l’altro, l’eventuale rientro da fuori regione. Ma il caso della Fondazione Giglio di Cefalù è unico in tutto il territorio e non sembra esserci all’orizzonte la scelta complessiva per una chiusura più drastica, peraltro invocata sottovoce da molti esperti e da alcuni medici. Quest’ultimi – si legge -, pur non parlando apertamente per non incorrere nelle sanzioni disciplinari, vorrebbero il blocco totale delle visite per evitare che gli ospedali possano diventare nuovi focolai da cui possa diffondersi il contagio. Ma c’è chi segnala anche che la chiusura dei reparti ai parenti significherebbe togliere un prezioso aiuto agli infermieri e agli altri operatori che, da qui a poco, potrebbero essere impegnati a dover gestire l’eventuale picco e quindi un elevato numero di utenti in corsia. L’Asp ha confermato di essersi adeguata alle disposizioni nazionali e regionali, tanto è vero che è consentito l’ingresso a una sola persona. Allo stesso tempo l’azienda ha assicurato che è stato fortemente limitato l’afflusso di parenti e visitatori che, comunque, si sarebbe già ridotto a prescindere a causa del timore di contrarre il Covid-19. Le stesse misure di prevenzione sono state attuate dalla direzione sanitaria degli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, dal Civico e dall’ospedale dei Bambini e dal Policlinico che hanno vietato la permanenza nei dipartimenti di emergenza e Pronto Soccorso e frenato al massimo gli accessi con un solo visitatore alla volta per ciascuna stanza. Contemporaneamente sono state sospese le prestazioni ambulatoriali non urgenti e differibili tranne quelle dei piani terapeutici e delle terapia salvavita. «Sono interventi di contenimento importanti – afferma il direttore sanitario del Policlinico, Giovanna Volo – che servono per preservare la salute dei pazienti e quella di medici e del personale sanitario. Da parte nostra abbiamo alzato il livello di controllo su chi arriva nelle stanze di degenza applicando con scrupolo le norme ministeriali ma ci affidiamo anche al buonsenso dei cittadini perché ogni decisione è presa per rispettare il bene comune». Anche al Giglio prosegue l’attività di ricovero e ambulatoriale per i pazienti oncologici e neurologici, nessuno stop nemmeno per l’ostetricia dove continuano ad essere seguite le donne in gravidanza. La Fondazione, infine, ha modificato gli orari di funzionamento di tutti gli uffici di front office, cup, ticket, centro prelievi, segreteria radiologia, segreteria medicina nucleare resteranno aperti, solo la mattina, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 14.