L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulle misure per arginare l’emergenza Coronavirus. Alla Gesap hanno impiegato pochi minuti a fare i conti: la cancellazione dei voli e le rinunce da parte dei passeggeri hanno fatto registrare una riduzione del traffico del 50%. In molti ristoranti e bar è andata peggio. Gestori e titolari hanno scelto di chiudere almeno fino ad aprile e ciò ha provocato il licenziamento dei dipendenti e il mancato rinnovo dei contratti a termine. Ed ha soltanto l’effetto di un’aspirina l’opzione di puntare sul take away e sulle consegne a domicilio di cibi e bevande. «Il 30% dei nostri associati – spiega Alessandro Albanese, vicepresidente di Sicindustria – ci ha comunicato di avere avviato le procedure per chiedere la cassa integrazione». Ancora più pesanti sono i numeri che vengono dal settore del terziario: negozi di abbigliamento e aziende di servizi garantiscono a Palermo 250 mila posti di lavoro – commenta Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio – e il timore è che appena il 10% di questi posti sia al riparo da rischi. «Solo alcuni comparti, soprattutto quello alimentare, riescono a tenersi in piedi ma il 90% delle attività è più che in ginocchio, direi atterrato. Continuiamo ad andare avanti con i motori ridotti al minimo» ha aggiunto la Di Dio.