Il Palermo, al momento, è molto attivo sul fronte uscite, infatti secondo le parole del Dg rosanero, Fabrizio Lucchesi, i rosa dovranno cedere i giocatori con gli ingaggi più alti per poter fare mercato per la prossima stagione. L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” fa il punto della situazione in casa Palermo, e analizza le parole del dirigente toscano che ha praticamente confermato le cessioni di Rajkovic, Nestorovski, Trajkovski e Rispoli. L’attaccante macedone è «fuori portata», il terzino ex Parma «sembra stia aspettando la A» e Rajkovic «non c’è possibilità che resti». Tra questi, quelli già andati e altri che rischiano il taglio, il Palermo ripartirà dalle macerie. I superstiti dalla formazione tipo di poche settimane fa sono giusto tre ed è chiaro che la società debba pianificare una ricostruzione massiccia. Questo anche se «i giocatori non hanno il cartellino dello sconto», come ha voluto precisare Lucchesi: «Li vogliamo cedere per il valore che hanno, non li vogliamo svendere». Trattenerli, però, sarà difficile. I punti fermi sono pochi. Si parte da Brignoli, che per stessa ammissione di Lucchesi potrebbe restare «in coppia con Pomini», il cui agente è stato contattato pochi giorni fa per un accordo sul rinnovo contrattuale. Tra i procuratori è stato cruciale anche l’incontro con Curkovic, col quale «c’è stata una grande sincerità nell’interesse di entrambi, ovvero fare il bene dei ragazzi e della società». Sul fronte entrate, invece, meglio non attendersi colpi immediati: «Negli anni ho imparato che le migliori occasioni capitano con la squadra ingolfata di giocatori. Di contro, non si può andare in ritiro senza che la squadra abbia una sua fisionomia. Sarei contento di avere la squadra all’80% in ritiro e poi aspettare, perché il Palermo può pescare anche dalla Serie A, non è una squadra qualunque. Avere qualche posto libero può essere strategicamente utile, senza la fretta di riempire tutte le caselle. Orientativamente avere l’80% per il ritiro può essere accettabile». In mediana resiste Murawski e in attacco si punta tutto su Moreo. Gli altri o sono incognite, o non sono certo giocatori che nello scorso campionato hanno trovato chissà quale spazio. Il resto tutti cedibili. Anche Bellusci può diventare un problema, per i nuovi standard societari: «Sono interessate squadre di A e di B che gli garantiscono forse un ingaggio maggiore – prosegue il dg rosanero noi non siamo in grado di pareggiarlo, già è alto oggi. Se ci dovesse essere la possibilità, troveremo il modo per sostituirlo degnamente». Il centrale potrebbe fare le valigie e seguire un collega di reparto che, per Lucchesi,è già da considerare un ex: «Non c’è la possibilità che Rajkovic resti perché ha rifiutato due anni di contratto a cifre importanti dalla Serie A. Il Palermo in Serie B non gliele può certo offrire». Discorso simile per Nestorovski e Trajkovski: «Dobbiamo essere pratici, sono fuori dalla nostra portata. Ci sono squadre interessate, italiane e straniere, ma fanno fatica. Bisogna essere concreti e onesti, se questi problemi li hanno in Serie A, allora è normale che li abbia anche il Palermo». Una grana in più, per una società che ha dovuto fare i conti anche con diversi contratti in scadenza per i quali non si è trovato un accordo per il rinnovo. In alcuni casi non si è neanche cercato, come ammesso dallo stesso Lucchesi per quanto riguarda Rispoli. Al tornante, al momento, non è stata fatta una proposta. «Mi sembra prematuro – ammette il dirigente – in questo momento sarei anche offensivo, perché ha ambizione a migliorare. Dobbiamo aspettare». L’esterno campano si avvia dunque ad allungare un elenco che vede già Jajalo altrove e Aleesami destinato a salutare la Sicilia. A loro, poi, si aggiungeranno tutti quegli elementi che il Palermo non può più permettersi a livello di ingaggio, per via di quella che Lucchesi definisce: «un’attività aziendale drogata da una realtà che non era quella vera». I tagli arriveranno tutti in estate, ma è chiaro che le colpe vadano ricercate nel passato: «Ne paghiamo le conseguenze e tutti questi debiti fanno parte del carrozzone». Dinanzi ad uno scenario del genere, con soli tre titolari pressoché certi di una riconferma, da cosa riparte il Palermo? Nonostante tutto il dirigente toscano non intende ridimensionare gli obiettivi, pur precisando che «il Palermo di oggi non può essere il Palermo di ieri». Il resto lo farà il mercato in entrata, con l’obiettivo di non ingolfare il conto spese: «Sarà un Palermo ambizioso, spero vincente, e competerà». Senza timori per la scadenza del 24, quando andrà depositata la domanda di iscrizione: «Non c’è nessun problema. Ma secondo voi, dopo che hanno speso i soldi che hanno speso, li buttano via per non iscrivere la squadra al campionato? In questo momento la proprietà sta studiando come fare per lasciare la società più tranquilla possibile. Il Palermo calcio non ha problemi ad iscriversi». Le questioni da affrontare, per Lucchesi, riguardano altro. Tutto concordato con Marino, incontrato ieri in sede dal dg «per definire gli aspetti principali della ripresa e per parlare della squadra, in piena e totale sintonia». Un colloquio più da direttore sportivo che da direttore generale, ma in questo caso il dirigente toscano non risparmia una stoccata a Foschi: «È una battaglia che ho perso. Avevo detto alla proprietà che sarei stato capace di gestirla, attribuisco a Rino molta responsabilità perché è stato dipendente per tutta la vita, non può comportarsi come un elefante in una fabbrica di cristallo perché è stato proprietario per sei mesi».