L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulle precauzioni del Palermo verso l’allarme Coronavirus. Sedute a porte chiuse, distanze di sicurezza (almeno fuori dal campo) e nessun permesso per chi ha la famiglia fuori dal capoluogo siciliano. Finché la situazione non tornerà alla normalità, i rosanero non avranno alternative, sia per quanto riguarda i giocatori che per lo staff tecnico. Tutti all’erta per ridurre al minimo i rischi. Il club ha comunicato di «aver già adottato ogni misura di prevenzione» prevista dal decreto ministeriale, a partire dallo svolgimento delle sedute di allenamento a porte chiuse. I rosa, questa settimana, erano tornati a lavorare sul campo del «Pasqualino» di Carini, che però è aperto al pubblico ed è utilizzato anche da altre squadre giovanili. Per questo motivo il Palermo non tornerà ad allenarsi sul sintetico, ma proseguirà il lavoro allo stadio «Barbera», dove già ieri gli uomini di Pergolizzi hanno sostenuto una seduta di allenamento. Mantenere le distanze in campo è pressoché impossibile, ma fuori si cerca di rispettare quanto più possibile le misure di sicurezza, tant’è che i giocatori hanno utilizzato due spogliatoi per non affollare troppo un solo ambiente. I tesserati, inoltre, non potranno richiedere permessi per lasciare la città di Palermo e, al contempo, è stato chiesto anche di non farsi raggiungere dai familiari, per chi vive al nord Italia.