L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sugli effetti della pandemia nell’economia in Sicilia.
Il commercio a Palermo piange lacrime di sangue. A livello regionale, si parla di un calo di 8 miliardi abbondanti di consumi. Si prospettano chiusure a macchia da leopardo: i più colpiti sono abbigliamento, calzature, gioiellerie, dentro e fuori i centro commerciali.
«Devo dire che mi sono seriamente stupita scorrendo l’elenco delle categorie che potevano restare aperte – dice Patrizia Di Dio, vice presidente nazionale di Confcommercio e presidente di Confcommercio Palermo – si parla di catene di elettronica, ferramenta,
negozi di giocattoli, articoli sportivi e biancheria intima. Sembra non ci sia una strategia vera e propria, capisco i primi mesi, ma adesso c’è stato il tempo di prendere le misure e analizzare lo stato delle cose. Una cosa è l’emergenza e un’altra l’iniquità».